Roma, 20 ago – “Mi sembra saggio che nessuno di noi stia dentro il governo, io non ci sarò. Nessuno di noi chiede la benché minima poltrona, anche quella di commissario“. Parola di Matteo Renzi, intervenuto a Radio 24. “Questo dibattito è politichese: il governo populista ha fallito. Per 14 mesi ci hanno detto – prosegue il senatore di Firenze, come farsi chiamare ora l’ex un po’ tutto – che loro erano la speranza e avrebbero rivoluzionato l’Italia, dicevano che avrebbero governato per 30 anni con questa opposizione, invece non sono arrivati neanche a 30 mesi”.
L’attacco al leader della Lega
Poi Renzi va all’attacco del leader della Lega, responsabile della crisi di governo che nel pomeriggio verrà istituzionalizzata dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte in Senato. “Le tecniche partitiche e le formule coalizionali non sono il mio forte. Ma penso che se si ha a cuore l’Italia non si apre una crisi al buio. Salvini a forza di stare sulle spiagge è tornato e ha detto che vuole pieni poteri. E stiamo parlando di un ministro dell’Interno. Il punto è che lui ha perso – e anche io ci sono passato – e ora è aggrappato alla poltrona e sta mettendo a rischio i risparmi degli italiani con il possibile aumento dell’Iva al 25% se si va al voto a ottobre“.
La sfida: “Salvini scelga il collegio, non ho paura di scontrarmi con lui”
“Si sistemi l’Iva poi vinca il migliore. Faccio un appello a Salvini. Scegli tu il collegio, a me va bene Firenze o Milano, Senato o Camera. Io non ho paura di scontrarmi con lui“, assicura l’ex premier. “Se il Pd va al 25% alle elezioni è un grande successo – chiarisce – invece se l’Iva va al 25% per colpa delle clausole che scattano per colpa di Salvini, allora questi sono problemi per tutti”. “L’Italia non tocca più palla in Europa, e dico purtroppo – ha sottolineato Renzi intervistato da Radio 24 -. E aggiungo che è un pessimo campanello d’allarme anche la crisi della Germania. Ma sia Conte che Salvini sono incapaci di gestire alcun dossier a livello europeo“. Parole queste ultime che lasciano intendere che, in caso di “inciucione” M5S-Pd-LeU, l’ex segretario dem non gradirebbe un secondo giro dell’attuale presidente del Consiglio.
Adolfo Spezzaferro