Roma, 28 lug – Il “Volo su Vienna” portato a termine da Gabriele D’Annunzio è stato un atto di estremo coraggio ed eroismo. Un uomo d’altri tempi, il Vate, che sapeva ridere in faccia alla morte a bordo del suo velivolo. La guerra, insomma, si vince non solo con il fucile ma anche con la propaganda. Lo aveva capito molto bene Giuseppe Palanti.
Innamorato dell’arte
Nato a Milano il 30 luglio 1881, Giuseppe Palanti dimostrò fin da subito le sue incredibili doti di disegnatore. La sua passione era quella per l’arte, per la pubblicità, per il disegno. Il suo talento gli permise di frequentare, allo stesso tempo, due corsi: uno alla Scuola Superiore d’Arte Applicata che si teneva la sera ed uno mattutino che si treneva presso la famosa Accademia di Brera. Non passa molto tempo prima che Palanti trovi un lavoro. Il giovane milanese viene assunto come cartellonista in una vicina azienda ed ivi vi lavorò per i primi anni.
Nel 1898, però, la sua vocazione per l’arte lo porta ad iscriversi al corso di pittura dell’Accademia di Brera. Un vero colpo di genio che lo consacrerà negli anni a venire. Si pensi solo che, nel 1900, venne scelto dal Ministero dell’Agricoltura e del Commercio per visitare l’Esposizione Universale di Parigi, un onore immenso concesso solo a pochissimi fortunati. Dopo queste prime esperienze, a Giuseppe Palanti venne concesso un posto presso l’Accademia di Brera, suo primo luogo di formazione professionale.
Il costruttore e ritrattista
La carriera di Giuseppe Palanti fu un tripudio di onori e di congratulazioni, ma anche di grandi impegni. Proprio per la sua incredibile attitudine alla spiegazione ed alla mansione di professore, a Palanti venne negata la richiesta di arruolamento come aviatore durante il primo conflitto mondiale.
Ma Palanti non volle restare inerme e si diede da fare con il fratello architetto Mario per realizzare opuscoli e volantini propagandistici di immensa bellezza ed efficacia. Non tutti sanno, poi, che i due fratelli Palanti hanno lavorato anche alla realizzazione di un prototipo di una macchina da guerra divenuta famosa con il nome di il “Distruttore invulnerabile”.
La fortuna di Palanti continuò anche dopo la guerra. La crescente borghesia milanese richiedeva opere private che nessuno, al tempo, era in grado di eseguire. La ricerca classica di bellezza era intaccata, infatti, dagli ideali futuristi o simili. Ma questo non fu un problema per Palanti che divenne famoso presso le famiglie altolocate del capoluogo lombardo.
La sua fama divenne celebre in tutta Italia e non solo. Secondo le fonti più accreditate, Giuseppe Palanti eseguì dei ritratti anche per la spia olandese Mata Hari e per il Duce, Benito Mussolini. Il ritratto che Palanti eseguì di Mussolini piacque moltissimo al capo del governo che lo mise all’interno della sua collezione privata.
Palanti fu anche un famoso costruttore. Fu lui, infatti, a realizzare i progetti di “città giardino” di Milano Marittima, costruì villette e case in tutta Cervia e lavorò alla realizzazione di alcuni dei più bei manifesti per la Scala di Milano.
Giuseppe Palanti morirà nella sua Milano il 23 aprile del 1946. La sua arte ed il suo talento faranno il giro del mondo ma verranno ben presto scordati dall’uditorio internazionale ma, soprattutto, italiano.
Tommaso Lunardi