Roma, 25 lug – Se n’è andato uno degli ultimi capitani d’industria italiani. Con la morte di Giampiero Pesenti, il “re del cemento”, scomparso a 88 anni nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, in quella Bergamo che tanto ha amato, se ne va un pezzo di storia dell’impresa di casa nostra. Pesenti ha rappresentato un modello che oggi pare così lontano nel crepuscolo del capitalismo italiano, ormai arresosi di fronte allo strapotere dei colossi multinazionali e della finanza apolide.
Nato a Milano il 5 maggio del 1931, Giampiero Pesenti si era laureato in Ingegneria meccanica al Politecnico della sua città, per ricevere anni dopo una laurea honoris causa in Ingegneria gestionale all’Università di Bergamo. Iniziò giovane, nel 1958, a lavorare in Italcementi, diventandone prima direttore generale poi consigliere delegato e infine presidente, fino al passaggio di controllo della società nel 2016. Nel 1984 assunse la carica di presidente e Consigliere Delegato di Italmobiliare, la società d’investimenti di famiglia, di cui è stato presidente fino al 2017 e in seguito presidente onorario.
Un uomo di un’altra Italia
Oltre alla presenza nel corso degli anni in diversi Consigli di amministrazione di società italiane e internazionali, ha ricoperto la carica di vicepresidente di Confindustria dal 1992 al 1996 ed è stato presidente onorario della Fondazione Pesenti dal 2016. Nel 1977 è stato nominato Grand’Ufficiale e nel 2009 Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Cavaliere del Lavoro dal 1989, ha ricevuto anche la Legion d’Onore dal Presidente della Repubblica Francese nel 2004. I funerali di Gianpiero Pesenti si sono tenuti questa mattina nel Duomo di Bergamo, l’ultimo saluto commosso e riconoscente a un uomo di un’altra Italia, una persona, come ha ricordato il parroco, don Fabio Zucchelli, “dal carattere forte, ma riservato e sobrio pubblicamente”. Anche queste doti in via di estinzione.
Da un’idea di grandezza alla meschinità più disgustosa ci riporta il fatto accaduto proprio durante le esequie. Verrebbe da dire che quando i giganti se ne vanno, gli sciacalli scorrazzano. Due ladri incappucciati si sono introdotti nella sua villa di Città Alta mentre tutta la famiglia e le guardie giurate solitamente di servizio presso la casa si trovavano in Duomo. L’allarme ha permesso il pronto intervento delle forze dell’ordine, così i malviventi si sono dati alla fuga senza alcun bottino. Già nel dicembre 2017 la villa dei Pesenti era stata saccheggiata da due ladre rom di nazionalità serba che furono poi catturate e arrestate.
Fabio Pasini
2 comments
Beh lo ricorderanno anche tutte le famiglie degli operai morti per aver lavorato manufatti contenenti amianto
Una sviolinata che non fa onore a questa testata che seguo da sempre