Palermo, 12 giu – Brutta tegola per il leader della Lega Matteo Salvini. E’ stato arrestato Paolo Arata, ex consulente della Lega per l’energia ed ex deputato di Forza Italia, con le accuse di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni. Lui, che due anni fa aveva contribuito a stilare il programma della Lega, e il figlio Francesco – anche lui arrestato – sarebbero soci occulti dell’imprenditore trapanese dell’eolico Vito Nicastri, ritenuto dai magistrati tra i finanziatori della latitanza del super boss Matteo Messina Denaro. Gli Arata sono indagati da mesi per un giro di mazzette alla Regione siciliana che coinvolge anche Nicastri, tornato in cella già ad aprile perché dai domiciliari continuava a fare affari illegali. Nel business c’erano anche gli Arata che, secondo i pm, di Nicastri sarebbero soci. Il giro di tangenti avrebbero favorito Nicastri e il suo socio occulto nell’ottenimento di autorizzazioni per i suoi affari nell’eolico e nel bio-metano.
Le indagini
L’arresto è stato disposto dal gip di Palermo Guglielmo Nicastro su richiesta della Dda guidata da Francesco Lo Voi. La Procura ha disposto anche il sequestro di otto società che operano nel campo delle energie rinnovabili. Una tranche dell’inchiesta nei mesi scorsi è finita a Roma perché stando ad alcune intercettazioni gli Arata avrebbero pagato una tangente da 30 mila euro all’ex sottosegretario alle Infrastrutture leghista Armando Siri. In cambio Siri avrebbe presentato un emendamento, poi mai approvato, sugli incentivi connessi al mini eolico, settore in cui l’ex consulente del Carroccio aveva investito.
Gli altri arresti
Oltre che nei confronti dei due Arata il giudice ha disposto l’arresto per Nicastri, la cui la misura è stata notificata in carcere in quanto già detenuto, e per il figlio Manlio, indagati pure loro per corruzione, auto riciclaggio e intestazione fittizia. A Nicastri, di cui la Procura ha recentemente chiesto la condanna a 12 anni per concorso in associazione mafiosa, il gip non ha dato l’aggravante dell’aver favorito Cosa nostra che, invece, gli era stata contestata dai pm. Nella misura cautelare però il gip lancia l’allarme “sull’elevato rischio di infiltrazioni di Cosa nostra” negli affari degli Arata e dei Nicastri. Ai domiciliari è finito poi l’ex funzionario regionale dell’Assessorato all’Energia Alberto Tinnirello, accusato di corruzione. Ai funzionari regionali secondo i pm sarebbero andate mazzette dagli 11 mila ai 115 mila euro.
Ludovica Colli