Roma, 7 giu – Moneta o nuovo debito? Uscita dall’euro o niente Italexit in agenda? Il dibattito sui Minibot è aperto ma, preso per la giacchetta dalle opposte tifoserie, è già finito in caciara.
Galeotta fu la mozione che, lo scorso 28 maggio, la Camera ha approvato all’unanimità. Mozione che impegna il governo ad affrontare il tema dei debiti della pubblica amministrazione, mettendo in campo tutti gli strumenti necessari allo scopo. Fra essi, anche l’emissione di “strumenti quali titoli di Stato di piccolo taglio“. Formulazione prevista anche all’interno del contratto di governo, al punto 11.
Cosa sono i Minibot
Si tratta dei cosiddetti “Minibot”, strumento pensato dall’economista della Lega Claudio Borghi Aquilini al fine di sbloccare definitivamente l’annoso problema degli arretrati dello Stato nei confronti di cittadini ed imprese.
Lanciata nel 2017, la proposta mira a trasformare questi debiti in titoli da 5 a 100 euro che sarebbero utilizzati come strumento per saldare il dovuto nei confronti dei creditori. E qui arriviamo al primo punto: dato che rappresentano pendenze già esistenti, non sarebbero in alcun modo nuovo debito. Semmai, la sua rappresentazione in veste “materiale”. Sono peraltro già da tempo in circolazione parecchi esempi grafici recanti svariate effigi, da Falcone e Borsellino a Enrico Mattei passando per l’urlo di Marco Tardelli ai mondiali dell’82.
Una moneta parallela?
Al fine di rendere lo strumento appetibile, la formulazione originaria prevede che i percettori possano usare i Minibot, fra le altre cose, per pagare le tasse. Mantenendone così il valore agganciato a quello dell’euro. Una sorta di corso forzoso, garantito dall’accettazione (nonché dalla garanzia del loro valore) da parte dello Stato. E che avrebbero inoltre la possibilità di fungere da strumento di politica economica espansiva senza ricorrere al deficit.
Se a ciò aggiungiamo che, almeno nelle proposte circolate sino ad ora, non si parla né di scadenza né di interessi (a differenza quindi dei titoli di Stato ordinari), il dubbio che si possa trattare di una valuta parallela a quella emessa e gestita dalla Bce è legittimo. La discussione sul fatto che i Minibot siano moneta o meno è, ad oggi, tutto tranne che chiusa. Al di là dei tecnicismi, ciò che rileva è però la posizione del dominus dell’Eurotower Mario Draghi, il quale sembra aver messo – dichiarandoli illegali senza mezzi termini – una pietra sulla possibilità di emetterli.
Minibot utili, ma solo se usciamo dall’euro
Andare allo scontro con la Bce significherebbe, nella situazione attuale, uscirne scornati. A meno che la scelta di puntare sui Minibot non nasconda altri fini.
Tornando al 2017, quando cioè furono proposti per la prima volta, la loro funzione originaria non era quella di pagare i debiti della pubblica amministrazione. O meglio, non solo. Il saldo delle pendenze rappresentava infatti solo la via tecnica per metterli in circolazione, ma con un secondo scopo: garantire all’Italia, almeno dal punto di vista “cartaceo”, la disponibilità di uno strumento di pagamento immediatamente utilizzabile nell’ambito delle procedure che avrebbero portato a quell’Italexit di cui Borghi era uno dei più noti alfieri. La ragione di tutto ciò è da riscontrarsi nelle più che prevedibili manovre che l’Ue avrebbe messo in atto per impedire il nostro abbandono della moneta unica, come già accaduto in Grecia nelle more del referendum, quando la Bce aveva congelato parte della liquidità delle banche elleniche, costringendo il governo ad imporre tetti ai prelievi di contante.
Minibot come preludio all’abbandono della moneta unica da parte dell’Italia, quindi? In teoria erano stati pensati proprio allo scopo. E buona parte delle reazioni pavloviane emerse in questi giorni si basano su questa congettura, la quale non trova però alcun riscontro. Il governo, Lega in testa, da mesi rassicura sulle sue buone intenzioni, sperticandosi con dichiarazioni (e programmi concreti) in tutte le salse sulla permanenza dell’Italia nell’eurozona. Di fatto, implicitamente sconfessandosi: a questo punto, a cosa servono allora i Minibot?
Filippo Burla