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La bufala dello “spinello elettronico”

by La Redazione
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spinelloRoma, 20 dic – L’informazione muore nel titolo. Almeno in un certo tipo di notizie. La notizia in questo caso riguarda la messa in commercio da parte della ditta Kanavape di una sigaretta elettronica caricata a cannabinoidi anziché nicotina. Il cuore della notizia è il fatto, presentato come controverso o poco chiaro, che la cosa sia “100% legale”. Se questo è il punto, la notizia in sé non esiste: la miscela contenuta nello “spinello” è infatti priva del pezzo forte dello spinello, ovvero il thc, principio attivo responsabile degli effetti euforizzanti, ed è invece a base di cannabidiolo, non euforizzante. Nessuno “spinello elettronico” quindi, ma costava troppo rinunciare al titolo già pronto.

Stando ai dati sui sequestri di cannabis in Europa, il tasso di thc negli anni è andato in crescita, mostrando una linea di mercato tendente a preparati cannabinoidi più “carichi di thc”. Questo renderebbe ragione del fatto che gli effetti della cannabis, considerati socialmente tollerabili o addirittura “liberatori” come quelli di un qualsiasi disinibente blando e di eccitante da compagnia, si siano invece spostati verso quelli di una sostanza con effetti molto più dirompenti sulla psiche, e all’aumentare dei casi di allucinazioni e deliri tra i giovani consumatori. Parallelamente a questo fenomeno è proseguita la sperimentazione della cannabis terapeutica, o meglio dei cannabinoidi terapeutici, che non necessariamente prevedono l’impiego della pianta o di suoi estratti. La ricerca ha individuato proprietà potenzialmente utili per varie sostanze, anche il thc. Esiste un medicinale per via orale a base di thc, ad esempio, che ha la non secondaria caratteristica di rendere il composto ad assorbimento lento, a differenza di quanto accade con l’inalazione dell’erba, e quindi ad impatto diverso con il sistema nervoso.

C’è poi il cannabidiolo, contenuto in questo “non-spinello” elettronico, considerata come la correzione naturale al thc, che ha proprietà benefiche anche di tipo psichiatrico, e sembra invece priva di azioni dannose in questo senso.

L’uso medico e le proprietà benefiche sulla mente sono divenute un argomento posticcio da parte dei sostenitori della canapa libera, e di fatto sono un boomerang per chi voglia scendere sul terreno della discussione scientifica, poiché si basano proprio sulla manipolazione farmaceutica della pericolosità del thc (con il rilascio orale controllato) o la scelta di componenti non tossiche della cannabis, diverse dal thc, o ancora di varianti botaniche a basso tenore di thc, come nel caso di alcune sperimentazioni di marijuana terapeutica.

La notizia è che, prima ancora della medicina pubblica, sia una ditta privata a vendere, forse facendo leva anche su un iniziale equivoco, un prodotto a base di cannabinoide “terapeutico”. In questo modo i malati in teoria potrebbero utilizzare la sigaretta al cannabidiolo in maniera slegata dal sistema sanitario. Una cosa simile è avvenuta con la sigaretta elettronica, dimostratasi efficace contro la dipendenza da nicotina ma di fatto non equiparata per i malati ad un presidio terapeutico.

L’Azienda, che dichiara l’innocuità del prodotto e la sostanziale alterità rispetto allo spinello, con un mercato potenziale rivolto quindi, magari dopo un iniziale boom da equivoco, a consumatori che si auto-curano. Il ministro della Sanità francese sostiene che la diffusione di questo prodotto incoraggerebbe all’uso della cannabis, promuovendone l’immagine forse, e il problema sta proprio qui: la latitanza dello Stato nel prendere posizioni chiare, non solo di tipo legale, sulla pericolosità della cannabis e sulla sua immagine sociale, per poi accanirsi contro questi semplici equivoci. Ricorda la situazione italiana, con ricercatori e medici impegnati nello studio dei cannabinoidi medici, e nella cura delle malattie da cannabis, mentre i sindaci di grandi città autorizzano cortei pro-cannabis, ad altissimo tasso di thc, tollerano la diffusione di immagini della foglia di canapa in qualunque versione, dal pendaglio alla maglietta, per poi avere mille dubbi e porre mille regola di alla sperimentazione medica del cannabidiolo e sostanze simili. Anzi, nella nostra sanità ha fatto prima ad arrivare l’erba medica che non i farmaci cannabinoidi, tanto l’immagine dell’erba è stata promossa, anche se è diversa da quella “ricreativa”.

Speriamo a questo punto con queste righe di aver resuscitare l’informazione morta sotto il titolo di “spinello elettronico”, almeno su questa testata.

Matteo Pacini

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1 commento

luc marini 21 Dicembre 2014 - 8:38

Benche io sia di estrazione di destra ed ho sempre condannato l’uso delle droghe, caro Pacini se non era per la maryuana io ero relegato a letto. Ora posso camminare, tra ancora dolori, ma riesco anche ad avere una vita quasi normale. Questa e la mia testimonianza. Non volevo usarla, ma la mia disperazione mi ha portato ad accettare i proventi farmacologici della stessa erba.

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