Roma, 16 mag – Secondo quanto riporta l’undicesimo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici i malati di tumore in Italia spendono quasi 5 miliardi anni di tasca loro. Due miliardi e 635 milioni per spese mediche e due miliardi e 243milioni per spese non mediche: comunque, spese necessarie per visite mediche, trasporto nelle cliniche ospedaliere, per i farmaci e per gli interventi di chirurgia ricostruttiva.
“Esigenze di tipo medico e assistenziale”
La ricerca è sata stata svolta dalla Favo, la federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia: le informazioni raccolte si basano su oltre 2400 interviste a pazienti e ai loro famigliari. Il Sistema sanitario nazionale spende circa il 14% della spesa sanitaria complessiva per i malati oncologici: circa 16 miliardi di euro. Tales somma comprende tutti i servizi sanitari disposti per il paziente oncologico: diagnostica, farmaceutici, radioterapici, di prevenzione, specialistici, ospedalieri e chirurgici. “Nonostante l’innegabile impegno del sistema pubblico, il malato di cancro è chiamato spesso a mettere mano al portafoglio per sopperire ad una serie di esigenze sia di tipo medico che assistenziale, evidentemente non del tutto compensate dall’assistenza pubblica” si legge nel rapporto. Il 57,5% dei pazienti affetti dal cancro spende 406 euro all’anno per le visite e gli accertamenti. Il 39,3% di loro (circa 1 milione e 300mila pazienti), affronta una spesa di 797,5 euro su base annuale per i trasporti necessari . Il 4,9% delle persone malate di tumore (circa 162mila individui) spende 2.603,5 euro per ogni operazione.
Lavoro e malattia
La malattia, secondo i dati raccolti da Favo, rappresenta anche un fattore di “debolezza” per l’ambito lavorativo. E penalizza categorie, di per sè, già “deboli”: menzione “speciale” per le donne, che nel doppio dei casi degli uomini hanno perso giornate di lavoro o studio. “Il nostro sistema sanitario consente a tutti i cittadini di accedere ai trattamenti necessari. Malgrado ciò, emerge che esistono problematiche legate alla necessità, in alcuni casi, di effettuare accertamenti al di fuori del Ssn e ciò a causa delle lunghe liste d’attesa”, queste sono invece le parole di Giordano Beretta, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica.
Ilaria Paoletti