Torino, 11 mag – Si è appena conclusa presso l’Hotel Golden palace di Torino la presentazione del libro Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio di Chiara Giannini, uscito per Altaforte edizioni. Diventato la pietra dello scandalo del Salone del Libro 2019 per il solo fatto di essere edito dalla casa editrice di Francesco Polacchi, il casus belli che ha portato, dopo le polemiche, all’ingiusta esclusione dello stand di Altaforte dalla kermesse culturale torinese, il libro è balzato in primo posto alle classifiche dei libri più venduti (alla faccia della censura antifascista, che come al solito ha portato male solo a se stessa). Nella sala, gremita di giornalisti, erano presenti Chiara Giannini, autrice del libro, l’editore Francesco Polacchi, il responsabile editoriale di Altaforte Andrea Antonini. Presenti anche il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Roberto Rosso, e l’ex deputato di Fratelli d’Italia, Massimo Corsaro: “È stata una porcata l’esclusione di Altaforte. Al Salone si tollerano solo presentazioni di ex terroristi rossi. La Feltrinelli è fondata dal creatore di un gruppo armato sovversivo ma nessuno si sogna di censurarla”. Come ampiamente previsto le domande dei cronisti sono fioccate incessantemente, ma nessuna di queste si riferiva al contenuto del libro presentato. “Siamo qui per presentare un libro perché al Salone ci è stato negato lo spazio per farlo”, ha ricordato Antonini.
Le dichiarazioni di Chiara Giannini
“Oggi andrò al Salone del Libro con il mio libro in mano. Perché sono una cittadina libera“, ha dichiarato la Giannini: “Ho vissuto questa vicenda molto male. Credo ci sia una piccola minoranza in Italia che non si vuole rendere conto che è finita l’età dell’imposizione culturale di un certo tipo. È gravissimo vietare la presentazione di un libro e censurarlo. Quando si arriva a bruciare un libro come all’epoca dei roghi vuol dire che abbiamo fatto davvero tanti passi indietro”. L’autrice del libro ha spiegato ai giornalisti che la polemica su Altaforte “si è scatenata prima delle dichiarazioni di Francesco [Polacchi nda], penso sia semplicemente un attacco strumentale al ministro Matteo Salvini, che si è fidato di me”. Della stesura del libro e dei contatti con la Lega racconta: “Quando ho fatto la richiesta ai suoi più stretti collaboratori di poter pubblicare il libro-intervista, ho inviato una mail dicendo che l’avrei fatto con Altaforte. Il ministro non ha rilasciato un’intervista ad Altaforte, ma a Chiara Giannini come ha fatto tante altre volte in questi anni. L’ho intervistato prima per Libero, con cui lavoravo, e quindi per Il Giornale numerose volte, lui si è fidato di me. E per quanto riguarda CasaPound – ha aggiunto infine – non mi sembra sia un partito illegale”.
Restrizione della libertà
Parlando invece di Halina Birembaum, la sopravvissuta ai lager responsabile di avere imposto l’aut aut sulla sua partecipazione al Salone, che di fatto ha determinato l’esclusione di Altaforte, l’autrice ha le idee molto chiare: “Massimo rispetto per gli scampati ai campi di concentramento, è un capitolo della storia vergognoso e che mi addolora moltissimo. Loro hanno subito una restrizione della loro libertà, la stessa che sto subendo io”. E rincara: “Qualcuno dell’intellighenzia di sinistra italiana mi ha criticato. Christian Raimo ha fatto una sorta di lista di epurazione di alcuni colleghi che sono del tutto indipendenti. La decisione di estromettere Altaforte viene da alcune persone di quell’ambiente che si sono schierate”. Interviene anche il legale di Chiara Giannini, l’avvocato Elisabetta Aldrovandi: “Abbiamo già presentato diffida formale contro il Salone del libro per il danno da perdita di chance subìto in seguito all’esclusione della casa editrice dalla manifestazione, addirittura a 24 ore dall’apertura. Regione e Comune non c’entrano, il contratto stipulato era con Salone del libro Srl”.
“Saremo ovunque”
Andrea Antonini ha preso parola per ribadire che “siamo intenzionati a partecipare a ogni fiera editoriale che ci sarà in Italia. Chi ci ha escluso dal Salone del libro ci ha dato rinnovato vigore”. E aggiunge: “Non faremo passare questa vicenda sotto silenzio. È stata una prepotenza e non gliela faremo passare liscia. Intenteremo una causa legale che gli stessi componenti del Salone del Libro, a quanto ho letto, ritengono già persa”. E sulla vicenda dell’esclusione racconta: “I libri che noi avremmo portato sono normali, ma trattano tematiche forti di attualità – ha aggiunto – La nostra esclusione ci è stata comunicata lunedì, in tarda serata, con una pec”. Un “atto brutale, perché “lo stand era già allestito – ha spiegato – e i vigili urbani hanno cominciato a fare gli scatoloni. A che titolo erano presenti?”.
Una class action
Polacchi, editore di Altaforte, non ha mancato di ringraziare uno per uno tutti gli intellettuali italiani che in questi giorni si sono spesi a difesa della libertà di espressione e del diritto di Altaforte di essere presente al Salone. Riferendosi sempre all’intervento di Halina Birenbaum, ha affermato: “Per me sarebbe stato bello poter parlare con questa signora. Non sono antisemita, ma sono contro i reati di opinione e il Salone del Libro dovrebbe aprire un tavolo per capire dove ha sbagliato”. A tale proposito Polacchi annuncia che molti degli autori di Altaforte stanno per aprire una class action nei confronti di chi ha avuto una parte attiva nell’esclusione della casa editrice dal Salone.
Cristina Gauri
2 comments
Le più feroci dittature comuniste sorte nel secondo dopoguerra si fregiavano dell’appellativo di democratiche (e, sicuramente, antifasciste): ricordo qui soltanto la Repubblica Democratica Tedesca…
Non amo quell’uomo che teme battaglia,
Che contro i miei versi per uso si scaglia,
Che resta lì fermo in pace a marcire
Lontano da dove virtù non sa morire