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Salvini stralcia il salva Raggi: l’ira di Conte. Governo a un passo dalla crisi

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 24 apr – Alla fine, ancora una volta, ad avere la meglio nello scontro in seno alla maggioranza gialloverde (con la crisi di governo ormai alle porte) è stato il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, che ieri dopo circa quattro ore di Consiglio dei ministri ad alta tensione, ha ottenuto quanto aveva annunciato prima della riunione: lo stralcio di gran parte della norma salva Roma. Il pacchetto di provvedimenti all’interno del decreto Crescita, infatti, è stato “alleggerito” dei commi 2,3,4,5 e 6. “I debiti della Raggi non saranno pagati da tutti gli italiani ma restano in carico al sindaco“, ha detto trionfante il leader del Carroccio a fine riunione, confermando l’annuncio iniziale. Dal canto suo, il Movimento 5 Stelle, accusa la sconfitta in Cdm ma rimanda lo scontro in sede di conversione di legge del decreto e lancia un avvertimento all’alleato leghista: niente sconti sulla vicenda Siri, il sotttosegretario indagato per corruzione.

L’ira di Conte

La “furbata” mediatica di Salvini di annunciare lo stralcio del salva Roma ai cronisti davanti Palazzo Chigi prima del Cdm ha scatenato le ire del premier Giuseppe Conte. “Non siamo tuoi passacarte. Devi portare rispetto a me e a ciascuno dei ministri che siedono intorno a questo tavolo”, avrebbe detto il capo del governo al suo vice invitandolo ad avere rispetto per l’organo collegiale di governo.

M5S torna all’attacco: “Siri si dimetta”

Ad alzare la tensione del Cdm è anche il caso Armando Siri. Il M5S pone nuovamente la questione proprio a inizio Cdm, mantenendo il punto sulla necessità che il sottosegretario leghista si dimetta. I toni si alzano attorno al tavolo di governo dove, alle 20, si presentano i ministri leghisti al gran completo mentre tra i 5 Stelle sono presenti solo Alberto Bonisoli, Elisabetta Trenta e Barbara Lezzi. Il vicepremier e capo politco del M5S Luigi Di Maio arriva alle 21, dopo aver registrato diMartedì (dove ha lanciato i suoi strali: “Siri non può restare lì”) e aver visto, dagli studi di La7, il suo alleato annunciare vittoria sul pacchetto salva Raggi fuori dalla sede di governo. “La norma è stata approvata a metà, con i commi 1 e 7. E’ un punto di partenza, sul resto decideranno le Camere”, replicano fonti di governo M5S. Mentre, dal Campidoglio, secondo quanto riportato, il sindaco Virginia Raggi avrebbe detto ai suoi che se la norma alla fine non passasse, la Lega avrebbe fatto un dispetto a tutti i romani.

Ok ai rimborsi ai truffati dalle banche

Passa, apparentemente senza problemi, la norma sui rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche. Aumenta, stando a quanto riferiscono fonti di governo, l’indennizzo diretto da 100 mila a 200 mila. Soddisfazione dei 5 Stelle: “Lo avevamo detto, lo abbiamo fatto”.

La crisi di governo è sempre più vicina

Tra i due alleati della maggioranza lo scontro è continuo, senza tregua e senza sconti. Tanto che secondo le ricostruzioni degli scenaristi e stando alle fonti vicine a Palazzo Chigi il governo ha i giorni contati. “Così mi accoltelli“, avrebbe detto Di Maio a Salvini sulla vicenda salva Raggi. “Luigi, non c’è alcuna alternativa. A meno che tu non voglia far cadere tutto per questa storia. Ma davvero vuoi sacrificare tutti noi solo per rincorrere due punti in più nei sondaggi?“, avrebbe detto Conte a Di Maio sul fatto che i 5 Stelle si impuntano a chiedere le dimissioni di Siri. “Dopo le Europee, non si può più andare avanti“, dice Salvini ai suoi, spiegando che “l’ho detto anche a Conte, se non esercita il suo ruolo è ovvio che salti tutto”. Il dato politico è che i due soci del contratto di governo hanno optato per una campagna elettorale che non punta a rivendicare i successi di questi mesi di esecutivo, bensì a mettere in evidenza i limiti dell’alleanza, gli errori dell’alleato. Nel tentativo di recuperare o mantenere (lato M5S) o aumentare (lato Lega) i consensi in vista del voto delle Europee.

Adolfo Spezzaferro

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1 commento

Frank 24 Aprile 2019 - 10:37

E’ passato più di un anno. Non hanno fatto niente… non c’è lavoro.

Chiacchierano e basta.

Il reddito di cittadinanza lo è solo di nome… una presa in giro.

Cosa succederà quando i dosocvupati finiscono i risparmi?

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