Roma, 6 apr – Nel corso della storia vi sono state molte figure controverse, ambigue e non sempre affidabili. Francesco Dupanloup fu una di queste.
Volontario in guerra e camicia nera
Francesco Amilcare Dupanloup nacque a Savona il 6 aprile 1887. Fin da giovane rimase fermamente colpito dagli ideali belligeranti della propaganda interventista. Per questo motivo partecipò da volontario alla Prima Guerra Mondiale ottenendo il grado di ufficiale di complemento in forza al 41° Reggimento di Fanteria “Modena”.
Durante il conflitto ottenne tre medaglie d’argento e una di bronzo. La prima, d’argento, la ottenne durante la battaglia sul Monte Mrzlivrh il 31 maggio 1915 dove possiamo leggere: “Sottotenente complemento reggimento fanteria. Durante un combattimento, in cui il proprio battaglione sostenne, da solo, una violenta azione di fuoco di fucileria e mitragliatrici avversarie, con molta avvedutezza e coraggio, spiegò il suo plotone quasi a tergo delle mitragliatrici nemiche, obbligandole a tacere ed a cambiare posizione”. Tra il 14 ed il 15 agosto dello stesso anno, invece, ottenne la medaglia di bronzo: “Sottotenente complemento 41 reggimento fanteria. Comandante di due plotoni di testa della compagnia, li condusse con slancio ed ardimento fin presso i reticolati nemici, iniziandone la distruzione. Assunto poi il comando dell’intera compagnia, e condotti in linea gli altri due plotoni, tentò con uno di essi l’assalto delle trincee avversarie, ma fu costretto a desistere in seguito al ripiegamento di tutto il battaglione”. Ottenne in due anni altre due medaglie d’argento oltre che una promozione di diritto regio e molti altri riconoscimenti.
Francesco Dupanloup si iscrisse ai Fasci di Combattimento nel febbraio 1921. Le cronache lo definiscono come “il primo fascista savonese”. Il suo carattere irriverente lo si vide di lì a pochi mesi. Essendo parte dell’Associazione Nazionale Combattenti, si scontrò con il presidente dell’associazione ancora restio alla retribuzione degli eroi di guerra. Per questo motivo, il fervente nazionalista savonese condusse le sue squadre d’azione contro la sede dell’associazione.
La marcia su Roma, conflitti con il Pnf e l’adesione alla Rsi
Un personaggio come Dupanloup non poteva di certo mancare alla Marcia su Roma. Per il suo impegno e l’esempio venne anche eletto presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti e fu a capo della milizia portuaria. Con l’inizio della guerra iniziò a nutrire alcuni risentimenti contro il Pnf troppo legato alla figura debole del Re.
Per questo motivo l’Ovra lo pose sotto stretto controllo e lo condannò addirittura al confino. Il suo irrefrenabile amore per il fascismo di San Sepolcro porterà Francesco Dupanloup ad aderire alla Repubblica Sociale Italiana diventando anche Console della Guardia Nazionale Repubblicana. Il 25 aprile 1945, i partigiani arrivarono alla sua casa per arrestarlo ma, non volendo cedere alle barbarie comuniste, si suicidò con un colpo di pistola alla tempia.
Tommaso Lunardi