Liverpool, 2 dic – Cosa succede se lo sponsor eterno dell’antirazzismo, la mascotte della società multirazziale, il beniamino dei “nuovi italiani” finisce per essere accusato di… razzismo? Le vicissitudini di Mario Balotelli e soprattutto dell’isteria giornalistica che lo segue in modo ubiquitario non finiscono mai di stupirci.
Tutto nasce da un’immagine postata su Instagram (poi rimossa) dall’attaccante del Liverpool. Vi si vede il personaggio di Super Mario Bros e la scritta “Non essere razzista. Fai come come Mario. È un idraulico italiano, creato da giapponesi, che parla inglese e assomiglia a un messicano.. Salta come un nero e afferra soldi come un ebreo“.
Tanto è bastato per far scattare l’accusa di razzismo e antisemitismo che potrebbe costargli una squalifica di 5 giornate da parte della Football Association.
Balotelli – che è nero e ha una madre adottiva di origini ebraiche – si è quindi fatto intrappolare dalla stessa logica di cui è stato, per lo più involontariamente, testimonial per anni, quando chi lo criticava per il comportamento in campo era automaticamente accusato di razzismo.
Dopo questo scivolone, probabilmente, anche i più accaniti balotelliani lo scaricheranno, essendo venuta meno l’unica ragione del successo di questo calciatore mediocre e svogliato.
E a nulla varrà, probabilmente, il suo atto di pubblica contrizione diffuso sul web: “Mi scuso se ho offeso qualcuno. Il post voleva essere anti razzista con un po’ di umorismo. Ora capisco che fuori da questo contesto possa avere l’effetto opposto. Non tutti i messicani hanno i baffi, non tutti i neri saltano molto in alto, non tutti gli ebrei amano i soldi. Ho usato un cartone animato come Super Mario e pensavo fosse divertente e non offensivo. Ancora, chiedo scusa”.
Ha un senso. Ma il senso non è quello che ricercano i forcaioli dell’antirazzismo. Quelli che fino a ieri difendevano lui.
Giorgio Nigra