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Colombia: a rilento le trattative tra il governo e le Farc

by Ada Oppedisano
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COLOMBIA-CONFLICT-KIDNAPPING-FARCRoma, 15 ott – Le trattative in corso a Cuba tra le Farc (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) e il governo colombiano di Juan Manuel Santos procedono a rilento, se non addirittura rischiano di essere fermate in vista delle elezioni presidenziali colombiane, poste in agenda per il 25 maggio del prossimo anno. Proprio per via dell’appuntamento istituzionale del 2014, il presidente ha tentato negli scorsi mesi di accelerare il processo di pacificazione, ma ora che il 18 novembre, data prevista per la conclusione dei colloqui, si sta avvicinando, sembra che tutto stia andando in fumo, con evidenti fenomeni di ansia politica e confusione diplomatica.  Le principali ipotesi che si sono affacciate in questi giorni a riguardo sono state principalmente due: il “congelamento” o la cessazione dei negoziati.

E’ ormai più di un anno che le trattative per cercare di porre fine a una guerriglia in corso dal 1964 sono poste sul tavolo cubano del negoziato e il risultato è una flebile conclusione soltanto per quanto riguarda uno dei cinque più importanti punti di discussione: la riforma della proprietà e le leggi riguardanti i terreni agricoli. Tutto parrebbe destinato a finire come nei passati tentativi di accordi del 1984 e del 1998/2002. Quello che differenzia queste ultime trattative dalle precedenti è la presenza, nel ruolo di Paese garante e Paese accompagnatore, di Cuba e del Venezuela, che affiancano rispettivamente Norvegia e Cile.  Ma il piano di discussione più che una tavola rotonda sembra essere un tavolo da ping-pong in cui ciascuno dei partecipanti gioca a rilanciare la colpa della lentezza all’altro, in un continuo rinvio di accuse reciproche. E, intanto, tra un presidente preoccupato per i futuri risultati elettorali e un tira-e-molla da capogiro, si continuano a ingrossare le tasche dei narcotrafficanti e le fila delle 600mila persone morte durante le ultime cinque decadi di questa silenziosa guerra civile.

Ada Oppedisano

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