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Tav, scende in campo il premier Conte: “L’opera non si può bloccare”

by Adolfo Spezzaferro
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Roma, 1 mar – La Tav si farà, a quanto pare. Ma probabilmente sarà una mini-Tav. E’ questo il progetto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che scende in cmapo per sbloccare l’impasse della maggioranza Lega-M5S sulla Torino-Lione.

L’opera non si può bloccare: mi occuperò io della revisione“, ha detto il presidente del Consiglio ai due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. E la Lega vorrebbe dare vita alla cosiddetta “mini-Tav”, con una riduzione dei costi, o indire un referendum regionale per i cittadini del Piemonte per fare pressing sui 5 Stelle, che sostanzialmente in gran parte non vogliono l’opera.

La nuova analisi costi-benefici

Intanto, proprio sul tavolo di Conte sarebbe arrivata una nuova analisi costi/benefici a integrazione del primo documento. E qui emerge un elemento che gioca a favore della Tav: le perdite italiane si sarebbero ridotte da 7 a 3,5 miliardi di euro.

Ai redattori del primo documento su costi-benefici dell’opera, Marco Ponti e Francesco Ramella, proprio il premier avrebbe commissionato questa integrazione, chiedendo di calcolare le sole perdite sulla parte italiana della Tav.

Ci sono gli elementi anche per salvare l’accordo con la Francia. Nel supplemento alla prima analisi, infatti, sarebbero state scorporate dal conteggio iniziale le spese che dovranno sostenere francesi e Ue. Così, con questi nuovi numeri in mano, il presidente del Consiglio incontrerà il presidente francese Emmanuel Macron.

Inoltre, con questa mossa, l’Italia salverebbe i 300 milioni di finanziamento dell’Unione europea e sbloccherebbe i bandi di Telt, la società pubblica italo-francese che sovrintende la costruzione della Torino-Lione, sospesi dal ministro alle Infrastrutture, il pentastellato Danilo Toninelli.

In arrivo una consultazione in Piemonte

Potrebbe cadere il 26 maggio in Piemonte, con le europee e le regionali, la consultazione sull’alta velocità. A chiederla la Lega, ma anche Sergio Chiamparino, il governatore piemontese. In base all’articolo 86 dello statuto regionale della Regione Piemonte, si svolgerà un referendum in versione ridotta solo per singole categorie di cittadini.

Toninelli: “Entro la prossima settimana decideremo”

Nel frattempo il ministro Toninelli ha assicurato che “entro la prossima settimana prenderemo una decisione” sulla Torino-Lione, “questo è certo”.

“Nei prossimi giorni faremo un incontro con il premier Conte e i due vicepremier Di Maio e Salvini e chiariremo tutto. E nonostante i punti di partenza distanti arriveremo ad una decisione”, ha sottolineato. Quanto a Telt il ministro ha detto che “è una società di diritto francese e nel diritto francese c’è la clausola di senza seguito,”.

Quindi “i bandi se dovessero partire rappresentano in realtà una ricognizione di 6 mesi, non partono i bandi ma parte una ricognizione. Se riusciamo e riusciremo a chiudere prima della settimana prossima non avremo neanche il problema dell’apertura dei bandi”.

Gli attacchi dell’opposizione

La Tav sta diventando una televonela intollerabile con puntate sempre più grottesche“, attacca Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia. “Il ministro Toninelli da mesi rinvia puntualmente la questione ‘alla prossima settimana’, senza però precisare di quale mese e di quale anno. Intanto si avvicina la scadenza dei bandi nell’incertezza più totale e il colmo è che dopo otto mesi di permanenza a Palazzo Chigi il premier Conte oggi ha annunciato che sta ancora studiando il dossier”, ha aggiunto.

Sulla stessa linea il Pd, che accusa Toninelli di trovare continui pretesti per rinviare la ripresa dei lavori.

Airola: “O no alla Tav o addio al Movimento. E mi porto il simbolo”

Ma nel Movimento 5 Stelle sulla Tav c’è chi, come il senatore piemontese grillino Alberto Airola,un No Tav della prima ora che punta tutta la sua azione politica sul rifiuto della Torino-Lione, non ha intenzione di cambiare idea: “Non ci sono spazi di contrattazione. O il M5S dice no oppure sarò io a dire ciao al Movimento. E sono convinto che me ne vado col simbolo. Sarò più meritevole di loro di portare il simbolo del M5S se si apre una trattativa”.

Se il Movimento 5 Stelle dovesse lasciare spiragli per un dialogo, è convinto Airola, “si schianterebbe definitivamente. Non sarebbe più 5 Stelle, perderebbe la fiducia del popolo, la sua identità”. “Noi – insiste il senatore torinese – siamo entrati nelle istituzioni grazie ai valsusini: uno dei primi eletti del M5S è stato Davide Bono nel 2010, col 3% alle regionali, grazie ai voti della Valsusa. Beppe Grillo si è preso anche una denuncia per quella battaglia. Per me non si transige”.

Vedremo quindi quanto Conte ancora una volta saprà mediare, per salvare capra e cavoli, fondi Ue e rapporti con la Francia. Anche se, con la ripresa dei lavori, a farne le spese sarebbero tutti quei grillini espressione dei No Tav.

Adolfo Spezzaferro

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2 comments

Cesare 1 Marzo 2019 - 10:47

“L’ opera non si puo’ bloccare” evidentemente significa che gli ordini vengono da fuori dell’ Italia.La TAV sebbene cio’ non venga detto agli italiani, in realtà è parte di un corridioio militare che serve per spostare velocemente truppe nel caso di un attacco ai “cattivoni” russi.
Ovviamente i nostri figli dovrebbero fare da carne da cannone per conto della finanza apolide che controlla le nazioni ed i popoli con il loro denaro privato prodotto a costo zero ed esentasse.I soldi tuttavia gli mettono i popoli soggetti e noi perderemo “solo” 3.5 miliardi di euro per un opera inutile.Ci sarebbero tante opere pubbliche molto piu’ necessarie ma le lobby premono su questa.
Da ridere quando si legge che è previsto dalla regione piemonte “un referendum in versione ridotta solo per singole categorie di cittadini”!!!E quali sarebbero queste categorie?? Quelli a favore?!!!
Conte stà veramente deludendo con queste affermazioni, compresa quella in cui ha detto che la proprietà dell’ oro degli italiani la decide la BCE!! Ha detto di essere l’avvocato del popolo ma sembra piu’ l’avvocato dei poteri occulti

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Tav, Tria rassicura i francesi: "Si farà". Ma i 5 stelle non ne vogliono sapere 31 Gennaio 2020 - 3:04

[…] Intanto da Palazzo Chigi si fa sapere che il premier Giuseppe Conte “non ha aperto a nessuna ipotesi di mini-Tav né ha mai richiesto un ulteriore contributo all’analisi costi-benefici dell’opera, contributo che è stato invece sollecitato dal Mit“, smentendo alcune “ricostruzioni apparse questa mattina su alcuni quotidiani”. […]

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