Roma, 13 feb – Non c’è pace sotto il cielo di Roma: è scoppiata una nuova tempesta giudiziaria. Nell’occhio del ciclone le licenze per il commercio ambulante e per i cosiddetti “camion bar” che quotidianamente “invadono” la città.
La Procura ha disposto perquisizioni presso le abitazioni di alcuni individui che sembrerebbero aver costituito una vera e propria associazione a delinquere con il fine della (mala)gestione dei permessi dei venditori ambulanti.
Le persone coinvolte sin’ora nell’inchiesta sono 16. I reati di cui sono accusate sono vari e, a seconda delle posizioni, comprendono quelli di induzione indebita a dare o promettere utilità, falso ed estorsione: tra gli indagati val la pena ricordare il capo dell’Ufficio Rotazione dipartimento VIII del Comune di Roma e l’addetto dello stesso ufficio, il presidente della Federazione italiana venditori ambulanti e giornalai della Cisl (Fivag), Vittorio Baglioni e l’esponente sindacale Fivag, Dino Tredicine. Risulta indagato anche il presidente dell’Unione provinciale venditori al dettaglio Upvad, Mario Tredicine.
Gli uffici del Dipartimento VIII delle Attività produttive del Comune sono stati “visitati” oggi dalla Guardia di Finanza e dalla polizia locale, al fine di richiedere l’esibizione di alcuni documenti.
Nel corso delle perquisizioni odierne sono stati sequestrati oltre 250 mila euro in contanti.
Parte di essi, circa 12 mila euro, sono stati rinvenuti in casa di un dipendente comunale.
Un’ingente somma è stata requisita a un esponente di un’associazione di categoria: il denaro è stato rinvenuto in una cassetta di sicurezza, in un pianoforte, nella cappa di una cucina e nella sella di una cyclette.
Ilaria Paoletti
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