Reggio Emilia, 25 gen – Lo scorso settembre venne sequestrata e violentata da un marocchino 45enne a Reggio Emilia: oggi emergono altri particolari della vicenda che vide come vittima una giovane di 23 anni in stato interessante. La ragazza aveva trascorso la serata al ristorante con alcuni amici. Il resto del gruppo aveva deciso di continuare la serata in discoteca, ma la giovane, evidentemente a causa della sua gravidanza al quinto mese, preferì rientrare. A questo punto entra in scena il magrebino, che la vittima non conosceva di persona, e che si era offerto di portarla a casa. Essendo ritenuto “affidabile” da un amico in comune, la donna si era fidata e si era fatta accompagnare alla propria abitazione.
Purtroppo questa ingenuità è costata carissima alla giovane: una volta a bordo dell’auto, lo straniero ha fatto salire un connazionale nell’abitacolo e l’avrebbe portata in un appartamento nel quale sono avvenute le violenze da parte di entrambi i magrebini. “Mi ha portato in giro per ore nella sua macchina”, ha raccontato la vittima a Il Resto del Carlino. “Mi ha portato in alcuni bar prima di andare in un appartamento dove mi ha costretto a bere un’intera bottiglia di birra e poi a subire ripetuti rapporti sessuali. Avevo paura che facessero del male a me e al bambino”. I due aguzzini non si sono fermati nemmeno davanti alla gravidanza della giovane.
L’incubo della ragazza è durato più di 20 ore. A quel punto i marocchini hanno caricato la ragazza in macchina e l’hanno abbandonata nei pressi di un bar dove alcuni clienti, allarmati dalle sue condizioni, hanno chiamato i soccorsi. Le indagini da parte degli inquirenti sono scattate subito e hanno portato a raccogliere un numero di prove sufficienti ad incriminare il colpevole. Il Gip del tribunale di Reggio Emilia ha accusato il 45enne di sequestro di persona e violenza sessuale aggravata e ne ha richiesto la custodia cautelare in carcere. Sono ancora in corso invece, le ricerche del suo complice. Una cosa è certa: la vittima si guarderà bene da ora in poi di accettare passaggi da sconosciuti, soprattutto da quelli ansiosi di portare “arricchimento culturale” nel nostro Paese.
Cristina Gauri
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