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Treofan: la nuova gestione degli indiani di Jindal preoccupa i dipendenti

by Salvatore Recupero
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Terni, 5 gen – La Treofan produce pellicole (dette film BOPP) per il confezionamento di prodotti alimentari, dei tabacchi e per l’etichettatura. Anche se è un’azienda tedesca ha due importanti siti in Italia: uno a Terni e l’altro a Battipaglia. Nei mesi scorsi è avvenuto il passaggio di proprietà dalla cordata guidata da Management & Capitali di De Benedetti a Jindal Films (leader mondiale nel settore del DOPP). Bel colpo per gli indiani che già avevamo conosciuto per le vicende connesse all’ ex Aferpi di Piombino. Il passaggio (ufficializzato ad ottobre) si perfezionerà nei primi mesi di quest’anno. La notizia non è certo nuova, ed è stata salutata trionfalmente dal management. Boris Trautmann, consigliere generale Treofan Europe, parla “di evento straordinario” e “vede grandi prospettive per l’azienda e per i suoi clienti”. I lavoratori italiani non sono così entusiasti. Nonostante le promesse di rilancio, il malcontento serpeggia tra i dipendenti. Ancora oggi, infatti manca un piano industriale. Per questo la multinazionale asiatica ha disdetto l’incontro in calendario al ministero dello sviluppo economico. Non è solo questa la preoccupazione delle maestranze. I sindacati temono che l’acquisizione sia stata fatta al solo scopo di eliminare un “concorrente scomodo”. Tutto questo avrebbe ovviamente pesanti ricadute su un settore quello della chimica già pesantemente danneggiato in questi anni.

Jindal Films ha stabilimenti produttivi affiliati in Europa (Belgio, Paesi Bassi, e Italia), e negli Stati Uniti (Georgia e Oklahoma). Insomma, si tratta di un vero e proprio colosso. Tornando in Italia, gli indiani hanno a Brindisi un importante presidio. I lavoratori temono che la nuova proprietà “ottimizzi” la produzione dirottandola in Puglia a discapito di altri siti. Un pesce grande che finirà per divorare quello più piccolo.

Ora la palla passa al governo. Il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha promesso ai lavoratori una nuova convocazione dopo l’Epifania. Purtroppo, però, l’agenda del politico pentastellato è già troppo piena. Sono 138 i tavoli di crisi aziendali attualmente aperti al Mise, con circa 210.000 dipendenti coinvolti. Tra le vertenze più note ci sono Alitalia e l’ex Ilva, ma le aziende in difficoltà sono molte e appartengono ai settori più disparati: dalla siderurgia (Aferpi di Piombino all’Ast di Terni) all’agroalimentare (dal caffè Hag alla cioccolata Pernigotti), fino ai trasporti soprattutto quelli ferroviari (tra cui Bombardier).

La vicenda Treofan anche se coinvolge un numero esiguo di lavoratori (145 a Terni e 78 a Battipaglia) è l’ennesima conferma di un tessuto industriale in completo disfacimento. Mancano le strategie e si continua a navigare a vista.

Salvatore Recupero

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