Roma, 11 ott – Ha fatto molto scalpore in rete la notizia che l’acqua francese Evian ha dato a una sua costosa serie limitata il nome di Chiara Ferragni. Questa serie, infatti, viene venduta al prezzo di ben 8 euro a bottiglia (72,50 euro per una confezione da 12). I social si sono dunque divisi tra i detrattori della nota fashion blogger, che hanno evocato le moltissime persone che muoiono di sete nel mondo, e i fan sfegatati della moglie di Fedez, che hanno fatto notare che la marca Evian ha comunque sempre avuto un costo molto elevato.
Ad ogni modo, quella che doveva rimanere una polemica (in fondo sterile) confinata ai social è invece arrivata addirittura in Senato. Ci ha pensato Giampietro Maffoni di Fratelli d’Italia, che ha presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e dell’Istruzione. Maffoni ha giustificato l’iniziativa spiegando che «il Rapporto Onu sull’acqua sottolinea lo stretto legame tra povertà e risorse idriche: il numero di persone che vive con meno di 1,25 dollari al giorno, infatti, coincide approssimativamente con il numero di coloro che non hanno accesso all’acqua potabile. Si stima che muoiano 3.900 bambini ogni giorno per scarsità d’acqua e circa il 10% di tutte le malattie mondiali potrebbe essere evitato migliorando fornitura di acqua». «Premetto che nel libero mercato – ha continuato il senatore di Fdi – l’abilità imprenditoriale di un individuo si premia da sola, e se vi è qualcuno che sente la necessità di spendere 72,50 euro per una confezione da 12 bottiglie, non vi è nulla di illecito. Mi chiedo però se non sia il caso che una donna che ha il potere di influenzare milioni di giovani che la seguono sui social (15,2 milioni solo su Instagram) non possa rivedere i suoi investimenti in un’ottica diversa».
Se dovessimo seguire le tesi di Maffoni, dunque, dovremmo valutare qualsiasi bene di lusso come immorale e diseducativo. Cosa ovviamente risibile. Ma non è questo il punto. Il punto è che gli affari della Ferragni non dovrebbero proprio essere argomento politico. Cercare di attirare l’attenzione con iniziative di tal fatta, in effetti, è ben più ridicolo dell’acqua della Ferragni. E invocare i bambini che muoiono di sete è solo un tentativo patetico per strappare facili applausi. Anche perché la povertà esiste anche in Italia, e in questo un senatore qualcosa può fare, con proposte concrete e realizzabili. Di conseguenza, che si torni a parlare di politica, per una buona volta. Le discussioni da bar sulla Ferragni, invece, lasciamole dove devono stare, cioè sui social e sui forum delle casalinghe annoiate.
Elena Sempione
Peggio dell’acqua della Ferragni c’è solo chi ci fa le interrogazioni parlamentari
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3 comments
Appare sempre più chiaro che alcuni in parlamento perdono il contatto con la realtà…….. ricordo a tutti che le persone hanno bisogno di servizi meno cari,gas, acqua e luce calmierati, carburanti meno esosi,fonti rinnovabili incentivate e soprattutto meno burocrazia che sta uccidendo il paese…….. sembra di essere su Marte. Auguroni.
[…] Peggio dell’acqua della Ferragni c’è solo chi ci fa le interrogazioni parlamentari […]
è molto meglio uno due cento posti di lavoro veri con una stipendio dignitoso alla Erian per realizzare le loro bottiglie da pervertiti dell’acqua, che i 5 miliardi di euri che bruciamo ogni anno per “creare” posti di lavoro finti all’interno delle coop che si occupano di “profughi” i quali difficilmente sembrano aver mai patito la sete in vita loro.