Mosca, 3 lug – Era nettamente la squadra sfavorita alla vigilia. Eppure ieri sera il Giappone, agli ottavi di finale di Russia 2018, ha rischiato veramente di rimandare a casa i «diavoli rossi» del Belgio. Fino al 69’, infatti, la compagine nipponica era riuscita a tenere testa agli avversari, costringendoli a dover rincorrere un 2 a 0 che, fino a quel momento, era parso come una sentenza. Insomma, fino a venti minuti dal termine, alla Rostov Arena si stava assistendo a un evento del tutto inatteso. Poi però, un po’ per fortuna e un po’ per il notevole differenziale tecnico fra le due squadre, il Belgio è riuscito a recuperare il risultato e, all’ultimo minuto, a ribaltare le sorti dell’incontro: 3 a 2.
La generazione di oggi è sicuramente la migliore che il Belgio abbia mai avuto: giocatori come Hazard, De Bruyne, Mertens, Courtois, Lukaku sono campioni di livello mondiale. E nonostante ciò, sono stati messi sotto da un Giappone compatto, solido e generoso, che ha dato fondo a tutte le risorse della sua indomita anima combattiva. Nel primo tempo, infatti, i nipponici sono riusciti a contenere perfettamente la superiore forza dei «diavoli rossi», praticamente incapaci di tirare verso la porta difesa da Kawashima. E già questa era una notizia. Poi, all’inizio della ripresa, il Giappone è uscito fuori dal guscio e ha piazzato un uno-due micidiale: al 48’ l’ala destra Haraguchi, sfruttando un errore marchiano di Vertonghen, disegna un diagonale perfetto che batte l’incolpevole Courtois. Al 52’ arriva il raddoppio: la stella del Borussia Dortmund Kagawa libera al tiro l’ala sinistra Inui che, dai venti metri, fulmina il portiere belga, mandando in visibilio i tifosi nipponici.
Il Belgio è stordito e la paura di venire eliminati si fa sempre più pressante. Incapaci di giocare serenamente palla a terra, i «diavoli rossi» riaccendono le loro speranze grazie a una rete trovata per caso: dagli sviluppi di un calcio d’angolo, e dopo una serie di rimpalli, Vertonghen fa da torre per rimettere il pallone in zona pericolosa, ma la traiettoria della sfera è beffarda e inganna il portiere giapponese. A questo punto il Belgio prende coraggio e al 74’ trova il pareggio grazie a un’azione sontuosa di Hazard, che pennella un traversone al bacio per l’incursione di Fellaini: il marocchino naturalizzato belga incorna alla perfezione e batte Kawashima. Se il Giappone può rimproverarsi pochissimo, lo stesso non può però dirsi per l’ultima azione, quella che ha deciso la gara: al 94’, in pieno recupero, un calcio d’angolo a favore mal battuto innesca un contropiede letale che porta i belgi in superiorità numerica nella metà campo avversaria; al termine del contrattacco magistralmente orchestrato, il subentrato Nacer Chadli fa da terminale dell’azione e sentenzia l’uscita del Giappone dal Mondiale. Da cui il Giappone esce, però, a testa alta, consapevole di aver reso onore al suo antico spirito samurai.
Giovanni Coppola
Il Belgio elimina il Giappone all’ultimo respiro, ma i “samurai” escono a testa alta
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