Londra, 21 giu – “Il Regno Unito deve smarcarsi dall’Europa per due ragioni: economiche e sociali”, Sol Campbell ex difensore centrale della nazionale inglese che ha vestito le maglie di Tottenham, Arsenal, Portsmouth, Notts County e Newcastle dalla pagine del settimanale Sportweek lancia il suo monito a favore del Brexit. “Svincolati dai legami di Bruxelles, i britannici saranno più liberi e più ricchi”.
Il 41enne, che ha indossato in 73 occasioni la casacca dei Tre Leoni, si accoda al pensiero del conservatore e sindaco uscente di Londra, Boris Johnson, seguendo una linea prettamente nazionalista. La vena patriottica emerge quando ci si imbatte nel discorso Premier League. Il giornalista lo incalza vedendo un campionato britannico meno globalizzato e quindi con meno appeal, ma Campbell resta in posizione di marcatura: “Penso all’altra faccia della medaglia: un minor numero di stranieri favorirà i giovani calciatori inglesi. Guardate le cifre: il numero dei calciatori selezionabili per la nazionale è bassissimo, il più scarso in assoluto tra le grandi nazioni del football”.
Tempo fa l’attuale tecnico del Valencia e bandiera del Manchester United, Gary Neville, sul Guardian aveva parlato del declino dei calciatori britsh asserendo che il problema era direttamente legato all’aumento di giocatori stranieri nel massimo campionato inglese. Le cifre parlano chiaro in Premier il 65,2% – 388 giocatori – sono nati fuori dai confini su cui ha potere Sua Maestà la Regina Elisabetta.
Una scelta controcorrente, anche all’indomani dell’omicidio della deputata laburista, favorevole al Remain, Helen Joanne Cox, che riporta alla mente quanto accaduto nel 2003 in Svezia. Durante la campagna elettorale per il referendum pro o contro l’introduzione dell’euro, venne assassinata, Anna Lindh, portavoce del movimento a favore della moneta unica. Corsi e ricorsi storici ci portano al 23 giugno quando le urne decideranno sul futuro della Croce di San Giorgio, ma per Campbell “la cultura e lo spirito di questa nazione hanno radici profonde“ e non geleranno con una matita tra le mani.
Lorenzo Cafarchio