Roma, 11 nov – “Sono stato invadente, eccessivo lo so, il pagliaccio di sempre, anche quello era amore però“: questa frase tratta dal brano Cercami del 1998 è un po’ la cifra stilistica di Renato Zero, l’istrione della musica italiana che, come dicevano i latini, Castigat ridendo mores: tra una piuma e una paillette offre occasioni di spunto come e forse anche di più dei cosiddetti cantanti “impegnati” (che poi, sono sempre e solo impegnati in un senso).
Zero, sempre il folle
Un mese fa Renato Zero ha presentato al mondo il suo nuovo album, Zero il folle. E, parallelamente, tra novembre e gennaio naviga l’Italia intera col tour collegato. In occasione dell’uscita del disco, il re dei sorcini ci ha dilettato con la sua anticonformista visione del mondo come, ad esempio, la sua strenua opposizione alla pratica dell’aborto: “Lo condanno quando viene usato come anticoncezionale” disse il cantante alla presentazione dell’album. Niente di nuovo, non è la prima volta che l’artista si dice contrario: d’altronde, nonostante la sua eccentricità e i gossip sulla sua persona, Zero ha sempre rifiutato etichette e coming out vari – nonostante facesse negli anni settanta cose che gli alfieri del mondo Lgbt, che gridano alla persecuzione ogni tre secondi, non avrebbero mai avuto il coraggio di fare. Già nel 2017, si schierava apertamente contro l’utero in affitto: “Quando mettiamo al mondo un essere non ne siamo proprietari, abbiamo solo favorito il suo intervento sulla terra, e questi bambini, tolti alle madri dopo il parto, non sono orfani, ce l’hanno una mamma ma non sapranno mai chi è” dichiarava il cantautore ad Avvenire. “Volere la fotocopia di se stessi non è essere genitori, desiderano un figlio da amare? Esistono milioni di bambini che muoiono di inedia e solitudine, li adottino, io l’ho fatto“, concludeva.
“Testosterone salvaci tu”
Tra le canzoni del nuovo album che il cantautore romano doc ha tenuto particolarmente a portare in tour, c’è La culla è vuota: “Qualcosa qui non quaglia, ripopoliamola questa Italia” canta il re dei sorcini e non lesina una bordata alle cosiddette “femministe”: “Guerrieri e soldatesse ma poi quella barriera non cade. Testosterone salvaci tu!” grida.
Renato contro i social
“Troppa tecnologia, le solitudini uccidono” canta ancora Zero in Mai più soli, altro brano nuovo di zecca che porta in tour. “Caduti nella rete, ci concediamo senza chiedere. Dammi un profilo credibile, che dietro ci sia tu e non un altro mitomane, un altro folle in più”: inutile specificare che il cantante si riferisce all’ossessione per i social network e i suoi “modelli di vita”. “Si propaganda l’esposizione, ci si offre” dice Zero del brano. “C’è una competizione insana a voler assomigliare o superare Sara Ferragni… Ah, si chiama Chiara? Noi della giungla non siamo aggiornati” chiosa Zero.
Zero dal vivo, un’esperienza … “mistica”
Il tour di Renato Zero prosegue fino a fine gennaio e vederlo dal vivo, sebbene non sia più il Renato dai costumi imponenti e accecanti (anche se per questa tournée ci sono ben 18 cambi di costume a spettacolo) vale sempre la pena. Per le canzoni, sì, ma soprattutto per il pubblico dei sorcini: persone che da generazioni amano questo personaggio così autentico, così fuori dalle righe, un vero pioniere. Accettato e venerato dai suoi seguaci come una specie di intermediario tra Il Cielo che canta e la terra. E, spesso, nei suoi monologhi dal palco Zero sembra ci metta un po’ tutti a catechismo: solo un folle può riuscire ancora in un’impresa così.
Ilaria Paoletti
2 comments
non amo il personaggio,
ma molte sue canzoni si…
e anche se non mi è simpatico,
gli riconosco una certa integrità morale…
cosa che tantissimi altri non solo non possiedono,
ma nemmeno sanno cos’è.
[…] occasione dell’uscita del suo disco Zero il Folle, il re dei sorcini dilettò con la sua anticonformista visione del mondo come, ad esempio, la sua […]