Roma, 18 apr – “Alla luce delle indagini delle procure di Roma e Palermo, con il coinvolgimento della Direzione investigativa antimafia di Trapani, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha disposto il ritiro delle deleghe al sottosegretario Armando Siri, in attesa che la vicenda giudiziaria assuma contorni di maggiore chiarezza”, spiegano dal Mit. “Una inchiesta per corruzione impone infatti in queste ore massima attenzione e cautela“.
Siri: “Non mi dimetto, non ho fatto niente di male”
“Non ho ragione per dimettermi, non ho fatto niente di male“. Con queste parole il leghista Siri risponde alla richiesta di dimissioni o sospensione arrivata da diversi esponenti del Movimento 5 Stelle. Quanto al ritiro delle deleghe, il sottosegretario commenta: “E’ una decisione di Toninelli, attendo fiducioso. Posso dire che mi hanno fatto molto piacere le parole di Matteo Salvini, degli altri esponenti della Lega e di tante, tante persone. In questa roba che sta accadendo mi sento sballottato e devo ancora capire tutto”. E a proposito dell’atteggiamento giustizialista dei 5 Stelle, afferma: “Io cerco di fare il mio lavoro bene e nel rispetto delle regole. Sono tranquillo, non amo queste cose, a me piace parlare di fatti e di progetti concreti. Aspetto di capire bene cosa stia accadendo”.
Di Maio: “Dimissioni”, Salvini: “Persona specchiata”
Contro il sottosegretario si era scagliato già anche il vicepremier e capo del M5S Luigi Di Maio che ha chiesto le sue dimissioni immediate. “Devo tutelare il governo”, ha detto il vicepremier grillino. Ma Siri ha però incassato la piena fiducia del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini: “Lo conosco come persona pulita, specchiata, integra, onesta“, ha ribadito il leader della Lega, “Quindi, mi auguro che le indagini siano veloci per accertare se altri abbiano sbagliato”. Il vicepremier e ministro dell’Interno, tra l’altro, ricorda come la presunta mazzetta servisse – nell’ipotesi dei pm – a spingere una norma mai inserita nel Def. E poi passa al contrattacco: a Siri “è stato imputato qualcosa che non è stato fatto, la Raggi non si è dimessa da indagata. Quanti esponenti M5S sono stati indagati e sono rimasti al loro posto?”, è l’accusa del ministro dell’Interno.
Forza Italia: “Orda giustizialista M5S”
“Farsi governare da avvisi di garanzia e notizie di indagini preliminari significa non avere alcuna cultura di governo. Per questo l’orda giustizialista – applicata secondo convenienza – scatenata dai 5stelle contro il sottosegretario Armando Siri rappresenta la miglior prova della subcultura propria del M5s. Il garantismo è la condizione essenziale affinché un governo non venga condizionato da pre-giudizi“. Così, in una nota, il deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, Giorgio Mulé.
Pd all’attacco: “Conte riferisca”
“In considerazione del fatto che il Mit ha ritenuto di ritirare le deleghe all’onorevole Siri e che i sottosegretari sono di nomina del presidente del Consiglio dei ministri chiediamo a Conte di riferire in aula quali siano i suoi intendimenti in proposito”. Lo ha dichiarato il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio.
Adolfo Spezzaferro
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[…] avrebbero pagato una tangente da 30 mila euro all’ex sottosegretario alle Infrastrutture leghista Armando Siri. In cambio Siri avrebbe presentato un emendamento, poi mai approvato, sugli incentivi connessi al […]