Roma, 25 giu – “Io voglio entrare. Entro nelle acque italiane con la Sea Watch e porto in salvo i migranti a Lampedusa“. Così Carola Rackete, 31enne tedesca “capitana” dell’imbarcazione della Ong olandese lancia la sua ultima sfida al vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini dopo un braccio di ferro che va avanti da giorni. E fa l’annuncio in un’intervista-assist a Repubblica: la nave Ong vuole sbarcare i 42 immigrati irregolari a bordo in Italia. “Sto aspettando cosa dirà la Corte europea dei diritti dell’uomo. Poi non avrò altra scelta che sbarcarli lì”, spiega la Rackete, che così rischierà l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, oltre a una multa e alla confisca della Sea Watch, come previsto dal decreto Sicurezza bis. “So anche questo – dice – ma io sono responsabile delle 42 persone che ho recuperato in mare e che non ce la fanno più. Quanti altri soprusi devono sopportare? La loro vita viene prima di qualsiasi gioco politico o incriminazione. Non bisognava arrivare a questo punto”.
La Ong si straccia le vesti ma è tutta scena
La nave, che da giorni fa su e giù al limite delle nostre acque territoriali, a poche miglia da Lampedusa, ha avuto tutto il tempo di portare gli immigrati fino in Olanda, nazione d’origine della Ong, e invece no. Questo è il punto. “I migranti sono disperati. Qualcuno minaccia lo sciopero della fame, altri dicono di volersi buttare in mare o tagliarsi la pelle. Non ce la fanno più, si sentono in prigione. L’Italia mi costringe a tenerli ammassati sul ponte, con appena tre metri quadrati di spazio a testa”. A bordo anche tre minorenni “tre ragazzi di 11, 16 e 17 anni”. La Rackete poi lamenta che Malta “ha negato l’autorizzazione” e nemmeno l’Olanda collabora. Quanto alla Tunisia, secondo l’attivista tedesca “non ha una normativa che tuteli i rifugiati“. Eppure alla nave dal governo italiano era stato indicato proprio il porto di Tripoli per lo sbarco. Evidentemente la Ong tedesca applica altri parametri “umanitari” per decidere dove sbarcare.
Non resta che aspettare quindi. Anche per capire quanto questa volta Salvini e il governo verdegiallo saranno disposti a mantenere la posizione non cedendo alle pressioni.
Adolfo Spezzaferro
14 comments
Se il governo cede siamo fottuti.
MAGARI SBARCA. CONFISCA NAVE E ARRESTO FINALMENTE
…”La loro vita viene prima di qualsiasi gioco politico”…tanto è “vero”: sono settimane che giocano a rimpiattino cercando di forzare le leggi italiane e i suoi confini… è un chiaro intento di trasformare l’ Italia in campo di clandestini e risparmiate i miliardi di euro che ora, la UE, paga ad erdogan
Ti aspettiamo troia, e il culo sta volta te lo facciamo noi.
Miserabile.
[…] aiutare chi non aveva le mie stesse opportunità”. Signore e signori, ecco Carola Rackete, la “capitana” della Sea Watch tutta dread e sindrome del Messia che dallo scorso 14 giugno si trova al largo di Lampedusa senza […]
[…] della Sea Watch che adesso dunque non potrà far altro che rinunciare ad approdare in Italia oppure, come già ventilato, tentare di violare non soltanto le nostre leggi nazionali ma anche le direttive di un organo […]
Il COMSUBIN può risolvere il problema in 5 minuti (e scusate ragazzi se ho esagerato sul tempo) .
ARDITI !
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Cara Capitana dal cervello da gallina. Sei troppo presuntuosa e sfidi le regole di una nazione tenendo in ostaggio 43 persone che non hai soccorso da un naufragio ma bensì raccolti da altri trafficanti di clandestini come te! Se fossi io a giudicarti, oltre le alle pene per aver trasgredito le leggi italiane, ti lascerei in galera finché non mi fai un ampıo elenco di chi copre le tue spalle : nomi e cognomi!!
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[…] improvvisamente Carola Rackete è una protagonista” dice lo storico dell’arte parlando del capitano della Sea Watch 3 che ha forzato il blocco delle forze italiane a Lampedusa. “Ha avuto coraggio di contrapporsi al potere” dice Sgarbi “anche se il potere in […]