Roma, 11 ott – Sul fronte delle pensioni, il presidente dell’Inps Tito Boeri attacca ancora il governo Lega-M5S. Dopo le critiche di Ue e Fmi sul superamento della legge Fornero con la cosiddetta quota 100, Boeri lancia nuove accuse, stavolta di discriminazione verso donne e giovani: “L’introduzione di quota 100 premia quasi in 9 casi su 10 gli uomini, quasi in un caso su tre persone che hanno un trattamento pensionistico superiore a quello medio degli italiani (e un reddito potenzialmente ancora più alto, se integrato da altre fonti di reddito). Si tratta nel 40% dei casi di dipendenti pubblici che, in un caso su 5, hanno trattamenti superiori ai 35.000 euro all’anno (in più di un caso su 10, superiore ai 40.000 euro)”. E ancora: “Pesanti sacrifici – ha aggiunto Boeri – imposti anche ai giovani su cui pesa in prospettiva anche il forte aumento del debito pensionistico”.
In audizione alla commissione Lavoro della Camera, il radical-chic bocconiano che siede sulla poltrona pubblica dell’Inps afferma che “il rischio di introdurre quota 100 per il pensionamento anticipato è quello di minare alle basi la solidità del nostro sistema pensionistico”. Secondo Boeri la riforma delle pensioni “è un’operazione che fa aumentare la spesa pensionistica mentre riduce in modo consistente i contributi previdenziali anche nel caso ci fosse davvero, come auspicato dal governo, una sostituzione uno a uno tra chi esce e chi entra nel mercato del lavoro”.
Poi il presidente dell’Istituto nazionale della previdenza sociale affronta anche il tema del taglio degli assegni d’oro fortemente voluto dai 5 Stelle, smentendo le stime di “risorse recuperate” che potrebbero arrivare proprio dalle sforbiciate agli assegni che superano i 4.500 euro netti: “L’intervento sulle pensioni d’oro potrebbe portare ad una riduzione di spesa inferiore ai 150 milioni l’anno. Un traguardo raggiungibile però solo se le soglie oltre le quali operare la correzione attuariale fossero riferite al reddito pensionistico complessivo e se nell’operazione venisse incluso il cumulo delle diverse pensioni”. Infine punta ancora il dito contro quota 100 affermando che la nuova riforma porterebbe ad un aumento del debito di ben 100 miliardi.
Immediata la replica del vicepremier Matteo Salvini che suggerisce (e non è la prima volta) all’economista di dimettersi: “Da italiano invito il dottor Boeri, che anche oggi difende la sua amata legge Fornero, a dimettersi dalla presidenza dell’Inps e a presentarsi alle prossime elezioni chiedendo il voto per mandare la gente in pensione a 80 anni. Più alcuni professoroni mi chiedono di non toccare la legge Fornero, più mi convinco che il diritto alla pensione per centinaia di migliaia di italiani (che significa diritto al lavoro per centinaia di migliaia di giovani) sia uno dei meriti più grandi di questo governo”.
Già in passato Boeri, che in quanto dirigente pubblico dovrebbe essere allineato con le politiche economiche di Palazzo Chigi, ha invece duramente attaccato il governo giallo-verde. Già in passato Lega e M5S gli hanno chiesto di dimettersi. Ma lui, il radical-chic bocconiano, la poltrona non intende mollarla.
Adolfo Spezzaferro
Pensioni, Boeri torna all'attacco: "No a quota 100". Salvini: "Dimettiti"
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4 comments
Personaggi come quel Boari, la Fornero & compagnia berciando, hanno, secondo me, un motto: “A mio agio nel disagio”. (Quello degli altri in genere e degli Italiani in particolare!… Ovviamente!!!!!!!)
L’ obiettivo del governo di portare a 780 euro le pensioni minime è sacrosanto poichè i nostri anziani a volte sono costretti a rovistare la spazzatura dopo una vita di lavoro.Boeri stà dalla parte della dittatura finanziaria estera che produce tramite le banche centrali e le altre banche tutte private moneta a costo zero e schiavizza il popolo per ripagare questa forma di usura legalizzata.Basterebbe che fosse lo stato a stampare e creare moneta e l’Italia si riprenderebbe alla grande.Ovviamente anche su questo Boeri non sarebbe d’accordo.
Boeri chi ?
[…] politica dei punti fondamentali del contratto di governo (flat tax, reddito di cittadinanza, quota 100), sia agli effetti del c.d. Decreto dignità sul mercato del lavoro. Anche l’altro punto […]