Roma, 11 feb – “L’Anpi e compagni l’articolo 21 della Costituzione non dovrebbero usarlo per sciacquarsi la bocca a giorni alterni, ma tenerlo sempre presente, farne un modo d’agire quotidiano. Non chiedere un giorno la chiusura di CasaPound e il giorno dopo scandalizzarsi se qualcuno chiede la chiusura dell’Anpi”. Così Pippi Mellone, sindaco di Nardò, in provincia di Lecce, intervistato dal Primato Nazionale rivendica la sua provocazione di “chiudere l’Anpi di Lecce perché è un pericolo per la democrazia”. Parole che hanno scatenato la reazione della sinistra oltre che dell’associazione dei partigiani. “Era proprio quello che volevo, che facesse notizia – ci spiega Mellone -. Come al solito Anpi e compagni cadono nelle provocazioni, perché le mie parole erano una provocazione”.
Sindaco, ci spiega che è successo?
“L’Anpi di Lecce che proprio ieri, nel Giorno del ricordo, ha speso parole inqualificabili, negando le Foibe – questo perché quando i predicatori d’odio vengono da quella parte politica possono dire qualsiasi cosa e nessuno può chiedere alcunché – ha abboccato alla mia provocazione di chiedere la chiusura della loro sede”.
Perché questa provocazione?
“Passano le giornate a chiedere la chiusura di qualsiasi cosa non sia in linea con il pensiero unico e nel momento in cui qualcuno chiede la chiusura di una sede dell’Anpi, in modo ovviamente provocatorio, si stracciano le vesti riempendosi la bocca di libertà di espressione e democrazia”.
Sì, l’hanno presa tutti sul serio. Anche il sindaco di Lecce ha dichiarato che dovrebbe scusarsi…
“Il sindaco di Lecce si dovrebbe preoccupare di amministrare la sua città e non di quello che dicono gli altri sindaci degli altri comuni”.
Anche il governatore Emiliano parla di confronto democratico e di libertà di espressione e che non si può chiedere la chiusura di una sede di qualcuno solo perché non si è d’accordo con quello che dice.
“Emiliano e gli altri dovrebbero ricordarsela sempre, la libertà di espressione, e non solo quando gli fa comodo. Visto che sempre l’Anpi per esempio ha protestato per la mozione approvata dal Consiglio comunale di Lecce per intitolare una via a Norma Cossetto, la giovane istriana barbaramente uccisa dai partigiani titini. Usando anche in quell’occasione parole gravissime che infangano la memoria della martire”.
Secondo Repubblica lei sarebbe un fedelissimo di Emiliano, il quale si è affrettato a prendere le distanze dalle sue parole…
“Io faccio il sindaco della mia città, ho rapporti di tenore istituzionale con questo presidente della Regione, continuerò ad averne fino al voto in primavera, e lo farò con i prossimi governatori negli anni a venire. Su alcune cose, come è ovvio che sia, la pensiamo in maniera differente. In ogni caso io ho l’abitudine di guardare alle persone. Non sono mancate occasioni in cui ho condiviso più le posizioni di Emiliano rispetto a quelle di esponenti del presunto centrodestra. Nel corso di questi quattro anni il governatore è stato un interlocutore importante, che ha portato a risoluzione tante problematiche del mio territorio. Poi sull’Anpi come su altre questioni non abbiamo identità di vedute. Lo stesso vale con la Lega o altri partiti. In un’amministrazione civica in cui ci sono numerose sensibilità, io ho una formazione di destra, sono cresciuto in Alleanza Nazionale e Azione Giovani”.
Adolfo Spezzaferro
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