Roma, 27 apr – Giorgia Meloni contro il premier Mario Draghi sul Pnrr: “Parlamento esautorato per evitare liti nella maggioranza, ignorato e deriso” sul Recovery plan, “forse il documento più importante della storia repubblicana”. Dopo che il presidente del Consiglio, nella replica alla Camera dopo la presentazione del Pnrr, si è scusato per “i tempi strettissimi” per il Piano, assicurando che però il dialogo con il Parlamento sarà decisivo per le riforme, la leader di Fratelli d’Italia, unico partito del centrodestra all’opposizione, è andata all’attacco della maggioranza con toni durissimi.
Meloni: “Sul Piano per la ripresa Parlamento ignorato e deriso”
La Meloni (qui il video dell’intervento) si scaglia contro il governo per il mancato confronto sul Piano per la ripresa. “Il Parlamento su questo piano, forse il documento più importante della storia repubblicana, è stato ignorato, permettetemi di dire, è stato deriso. Noi siamo stati mesi impegnati sul piano di Giuseppe Conte, poi Conte è andato a casa perché Italia Viva diceva che un piano così importante non può essere gestito da forze oscure ma deve essere valutato dal Parlamento. Dov’è ora Matteo Renzi, in Arabia Saudita?”, è la stoccata della leader di FdI.
“Parlamento esautorato per evitare litigi nella maggioranza”
“La verità, presidente Draghi, è che la scelta di esautorare il Parlamento, è stata – afferma la Meloni – una scelta politica. Voi non volevate trovarvi nella difficoltà di dover mettere insieme la vostra litigiosa maggioranza e così abbiamo buttato insieme il bambino con l’acqua sporca… Ma non si può fare. E’ questa la famosa unità nazionale che ci avevate tanto decantato? Tutti uniti nel non contare assolutamente nulla? Colleghi non mi pare una grande cosa..”, è la dura accusa della Meloni.
“Nel Pnrr troppe risposte drammaticamente inevase”
La Meloni boccia il Pnrr: “Ci sono troppe risposte che restano drammaticamente inevase. La riforma del fisco, per esempio. Anche Conte voleva lo sviluppo del Sud, io sono d’accordo, poi però l’ha risolto con il reddito di cittadinanza e lì non sono più d’accordo”, chiarisce la leader di FdI. “Lei dice che la data del 30 aprile non è mediatica – fa presente rivolgendosi al premier -, non è nemmeno perentoria. Poteva dare al Parlamento il tempo di leggere, una settimana, in compenso abbiamo il disco verde di Bruxelles, loro hanno potuto leggerlo e speriamo che non lo abbiano scritto“. Un chiaro riferimento ai diktat Ue a cui il Pnrr risponde pedissequamente, su ambiente, transizione digitale e inclusione. Un Recovery plan che non favorisce certo la ripresa dell’Italia. Anzi.
“Combatteremo nuovi oligarchi modello Benetton o ce la prendiamo con imprese e professionisti?”
”Davvero la vostra priorità è salvare le imprese”, perché ”io continuo a vedere una visione un po’ ostile al mondo produttivo. Quando parlate di voler valorizzare la competenza e di voler abbattere i monopoli, significa che combatteremo i nuovo oligarchi modello Benetton o ce la prendiamo con le attività produttive e i professionisti?“, chiede la leader di FdI. E ancora, sulla “riforma del fisco lei stesso, presidente Draghi, ha detto di non essere in grado di dirlo” quando ci sarà. “Capisce, che questa non è una cosa secondaria. Le tasse intendiamo tagliarle o, atteso che nella sua maggioranza la parte del leone la fa la sinistra, continuiamo a colpire i professionisti e le categorie produttive come piace a loro?”. Così la Meloni lancia una stoccata alla Lega, alleata del centrodestra che però sta al governo.
“Presidente, lei dice Roma Caput Mundi, con 500 milioni mi pare un po’ difficile”
“Avevamo fatto le nostre proposte, come tutti, che sono state ignorate – insiste la Meloni -. Come la sicurezza e il piano carcerario. O il piano Roma, lei dice Roma Caput Mundi, mi permetto di dire che con 500 milioni mi pare un po’ difficile. Vede, presidente Draghi, lei giustamente ha buttato il piano di Giuseppe Conte, il problema è che con quel piano ha buttato anche le proposte del Parlamento”. E qui la leader di FdI si rivolge a tutte i gruppi in Aula. “Davvero pensate che sia giusto, normale e responsabile che il Parlamento voti un documento di tale portata senza avere avuto non dico la possibilità di formulare proposte ma ancora prima il tempo per leggerlo? E’ normale votarlo a scatola chiusa?”.
FdI si astiene sul voto sul Pnrr
Fratelli d’Italia non può “in coscienza votare un documento di 330 pagine in 24 ore. Forse siamo i meno veloci a leggere, o forse siamo gli unici che non siamo costretti sempre a dire che va tutto bene”. Così la Meloni annuncia l’astensione sul voto da parte di FdI. “Un partito serio non vota a scatola chiusa con un prendere o lasciare, e per questo noi dobbiamo astenerci adesso da ogni giudizio e quando sarà compiuto il nostro giudizio, le garantisco che sarà libero e non viziato da interessi di parte come quello di qualcun altro”, conclude la Meloni.
Via libera della Camera alla risoluzione della maggioranza
La Camera poi ha respinto la risoluzione di FdI e approvato la risoluzione di maggioranza sul Pnrr e le comunicazioni del premier Draghi. I voti favorevoli sono 442, 51 gli astenuti e 19 i voti contrari.
Adolfo Spezzaferro
2 comments
Erdogan ci fá un baffo.
Io sono iscritta a Fratelli d’Italia, e vedo molto bene come Giorgia Meloni stia resistendo a molte spinte “normalizzatrici” di gente che con la fiamma non ha nulla a che fare – liberali, ex diccì, moderati vari et cetera), soprattutto personaggi che non hanno nulla a che fare con il 95 % degli iscritti e militanti di FdL – e farle fare in definitiva la fine di Fini. Mi pare che questo, la Giorgia, lo abbia capito. Io, dopo tutto quello che è successo alla destra italiana in questi decenni, sono rimasta appesa ad una fiducia molto labile, da riaffermare ogni volta. Da iscritta, aspetto il 22 maggio per capire se la Meloni ha ceduto o no: l’anno scorso ha meravigliosamente celebrato Giorgio Almirante. Se quest’anno non lo farà, allora mi renderò conto che per l’ennesima volta ho riposto male la mia fiducia. Ma mi auguro con tutto il cuore (nero) di no.