Roma, 20 set – Con l’acquisizione, contanti alla mano, del 47% della nuova Alitalia da parte di Etihad, si è aperta una nuova stagione per l’intero settore dell’aviazione civile. L’incursione degli emiratini è stata, probabilmente, stato solo la prima nell’ambito di un riassetto globale.
Dato l’addio alla fu compagnia di bandiera, a finire sotto i riflettori è adesso Meridiana, che con quasi 4 milioni di passeggeri, escludendo le low-cost è la terza realtà in Italia. Il vettore con base in Sardegna sta scontando una importante crisi aziendale: fra piloti, assistenti di volo, personale tecnico e operativo di terra sono 1600 i dipendenti per i quali sono avviate le procedure di messa in mobilità; una flotta non più giovane; un quadro nazionale di infrastrutture fermo ancora all’anno zero; rotte non redditizie. E le ricapitalizzazioni dell’Aga Khan, dominus dell’azienda, non sembrano poter durare all’infinito. Così, si apre ufficialmente l’ennesimo tavolo di crisi.
La soluzione industriale, è facile supporre, non verrà dal governo ma, ancora, dal golfo persico. Secondo alcune indiscrezioni, sarebbe già infatti in dirittura d’arrivo un interessamento da parte della Qatar Airways, i cui dirigenti sono stati avvistati ad Olbia, sede della proprio nei giorni in cui veniva annunciata la mobilità. Lo schema sembra così poter ricalcare quanto già avvenuto con Alitalia – Etihad: “pulizia” della società, alleggerimento della struttura dei costi e risanamento per renderla appetibile prima della cessione.
Filippo Burla