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Fmi attacca ancora l’Italia: “Insieme a Brexit, principale fattore di rischio”

by Adolfo Spezzaferro
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Davos, 21 gen – Il Fondo monetario internazionale torna all’attacco dell’Italia: la nostra situazione finanziaria, insieme alla Brexit, sarebbe il principale fattore di rischio globale.

Nella versione aggiornata del World economic outlook, il Fmi sostiene che “in Europa continua la suspense su Brexit, e il costoso intreccio fra rischi sovrani e rischi finanziari in Italia rimane una minaccia“.

Il direttore della Ricerca del Fmi Gita Gopinath presentando il rapporto a poche ore dall’inizio del Forum economico mondiale di Davos, riporta che “gli spread italiani – si legge al primo punto della sezione sui rischi globali, che evoca anche una Brexit senza accordo, cosiddetta “no deal” – sono scesi dal picco di ottobre-novembre ma restano alti. Un periodo prolungato di rendimenti elevati metterebbe sotto ulteriore pressione le banche italiane, peserebbe sull’attività economica e peggiorerebbe la dinamica del debito”.

L’analisi dei rischi su scala globale prosegue poi con l’ipotesi di una “Brexit senza accordo dal carattere dirompente, con contagio all’estero, e un aumentato euroscetticismo intorno al voto europeo di maggio“. Rischi anche da una frenata peggiore del previsto in Cina, un’escalation commerciale, uno “shutdown” (il blocco parziale delle attività federali per il mancato accordo sulla legge di Bilancio) prolungato negli Stati Uniti.

Come Bankitalia, poi, anche il Fondo monetario taglia allo 0,6%, dall’1% di ottobre, la previsione di crescita per l’Italia nel 2019, mantenendola allo 0,9% per l’anno successivo.

La frenata dell’Italia – sempre nell’outlook Fmi – insieme a quella della Germania sarebbe uno dei fattori che a fine 2018 ha fatto rivedere in peggio le stime di crescita per l’Eurozona e comportato un calo dell’euro del 2% fra ottobre e gennaio. Pesa anche il rallentamento della Francia (1,5%), a causa delle proteste dei gilet gialli.

Le nuove stime del Fmi prevedono una crescita globale del 3,7% nel 2018, come tre mesi fa, ma peggiorano il 2019 (3,5% da 3,7%) e il 2020 (3,6% da 3,7%).

Risolvere con la cooperazione, e velocemente, le dispute commerciali invece di aumentare ulteriormente le barriere“, avverte Gopinath, a margine del Forum di Davos, avvertendo dei rischi di una crisi finanziaria e di un’economia globale messa a rischio dalla guerra dei dazi.
La tesi del Fmi è che in questa congiuntura negativa “la principale priorità politica è che i paesi risolvano in modo cooperativo e veloce i disaccordi in materia di commercio”.

Gopinath si è soffermata anche sulla Brexit: “E’ imperativo risolvere immediatamente” lo stallo, se non si vuole continuare a creare incertezze che pesano sulla crescita.

Il direttore generale del Fondo, Christine Lagarde, dal canto suo rassicura: “La recessione globale non è ancora dietro l’angolo“, anche se sono aumentati i rischi di “un calo repentino” della crescita globale.

Come sempre, poi la Lagarde snocciolato la solita ricetta del rigore sui conti pubblici – in linea con l’Ue – invitando i governi a ridurre il debito affrontando così “i punti deboli delle economie nazionali”.

Italia minaccia e rischio per l’economia globale? Piuttosto è il Fmi che è una minaccia per l’economia mondiale, una storia di ricette economiche coronata da previsioni errate, pochi successi e molti disastri”, è il commento del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Adolfo Spezzaferro

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1 commento

Fil 21 Gennaio 2019 - 5:23

Questo urinatoio parla ancora…

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