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Fidesz sospeso dal Ppe. Orban: “Buon compromesso, altrimenti uscivamo”

by Adolfo Spezzaferro
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Bruxelles, 21 mar – Alla fine Fidesz e il Partito popolare europeo, in cui diverse formazioni chiedevano l’espulsione del partito guidato da Viktor Orban, hanno trovato una soluzione di compromesso. Il partito ungherese “sarà sospeso con ef‎fetto immediato e fino a nuovo ordine” dopo la votazione nell’assemblea del Ppe, con 190 voti a favore e tre contrari. Lo annuncia su Twitter il presidente del Ppe Joseph Daul.

Eravamo pronti a lasciare il partito, se la fazione di sinistra del gruppo avesse vinto e se non fosse stato trovato un compromesso – ha sottolineato il premier ungherese Orban in conferenza stampa a Bruxelles -. Penso che non volessero che uscissimo, alla fine: la maggioranza dei partiti del Ppe non credeva fosse loro interesse che un partito così forte lasciasse il gruppo”.

“Durante l’incontro – ha aggiunto Orban – avevo una lettera in cui era già scritto che saremmo usciti. Se non avessimo avuto questo compromesso, avrei lasciato il Ppe oggi: avevo un testo pronto. Tuttavia, è stato trovato un compromesso. Siamo uno dei partiti più forti del Ppe: abbiamo vinto quattro elezioni con largo margine. E’ davvero buffo il fatto che un partito così forte corra il rischio di essere espulso dal gruppo. Ci vuole rispetto reciproco: se non veniamo rispettati, allora semplicemente ce ne andremo”. “Non avrei avuto alcun problema – ha spiegato – a dire a Joseph che da oggi non eravamo più membri del Ppe”.

“Dopo le Europee, che tipo di coalizione sarà proposta dal Ppe?”

La domanda “più eccitante” ed “importante” che ci si possa fare oggi è “che tipo di coalizione verrà proposta dal Ppe” nella prossima legislatura. Ma è una domanda cui non si può rispondere “prima del voto”, anche per mantenere l’unità del Ppe durante “la campagna elettorale” ha rimarcato il premier ungherese rispondendo a una cronista che gli chiedeva se si batterà per formare una coalizione con la destra nel Parlamento europeo.

“Non è il mio mestiere qualificare le domande – ha detto Orban – ma penso che questa sia la domanda più importante. Tutti sanno che dietro tutto questo c’è una questione aperta: dopo le elezioni europee, che tipo di coalizione verrà proposta dal Ppe? Andare verso sinistra, con i Verdi, i Liberali eccetera oppure tentare di trovare partner a destra? Questa è la domanda più eccitante. Ma il problema è che, senza sapere l’opinione del popolo e il risultato delle elezioni, non possiamo prendere una decisione su questo”.

“Non possiamo trascurare – ha continuato Orban – la volontà del popolo e il voto popolare. Ma i politici sono come i centrocampisti nel campo di calcio: sono sempre avanti di due o tre passi. E lei ha ragione: nella testa di tutti aleggia questa domanda. Ma se si vuole mantenere l’unità durante la campagna elettorale, questa domanda non dovrebbe essere posta, né dovrebbe essere data una risposta. Ecco perché – ha sottolineato – non posso rispondere a questa domanda”.

“La buona notizia è che l’unità all’interno del Ppe è stata preservata: è stata presa una buona decisione – ha concluso il premier ungherese -. Possiamo organizzare una campagna forte, possiamo continuare a sostenere Manfred Weber come Spitzenkandidat per il Ppe. E’ stata la decisione giusta, perché abbiamo tenuto aperte tutte le strade per il Ppe e per il nostro partito”.

Lo scontro nel Ppe

Da una parte il fronte del Nord, che da settimane chiede la testa di Orban dopo la campagna di manifesti anti-Juncker e anti-Soros sull’immigrazione lanciata in Ungheria in vista delle Europee. Dall’altra parte il gruppo di Visegrad, in appoggio a Fidesz. In mezzo gli altri, soprattutto tedeschi, spagnoli e francesi, che invece cercavano il compromesso. Anche Forza Italia è con Orban. Tnato che alla fine Silvio Berlusconi rivendicherà come una vittoria personale la soluzione di compromesso.
Pertanto, Fidesz cesserà di godere dei suoi diritti di partito membro del  Ppe (voti e candidature) e sarà sottoposto alla valutazione di un comitato di tre “saggi” composto dall’ex presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, dall’ex capogruppo del Ppe  all’Europarlamento Hans-Gert Poettering e dall’ex cancelliere austriaco Wolfgang Schuessel.
La decisione comunque – qui sta la soluzione di compromesso – arriverà dopo le elezioni europee.

Le reazioni in Italia

Sospensione assurda, lui difende i diritti, il benessere, il lavoro e la sicurezza del suo popolo. Gli ho rinnovato la stima e l’amicizia, per lui e per gli ungheresi, da parte mia”. Così il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini prende le difese dell’amico Orban.

“Sono segnali che vengono perché penso si giudichi sempre più ovvio che ci sono alcune culture incompatibili” con la democrazia europea, affeerma invece il segretario del Pd, Nicola Zingaretti. “Mi spiace – chiosa con una battuta – che siano amici di chi sta al governo“.

Adolfo Spezzaferro 

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Orban diserta il vertice sovranista di Salvini. Europee (e Ppe) nel mirino 31 Gennaio 2020 - 1:59

[…] rompere con il Partito popolare europeo e spera di evitare l’espulsione (per adesso è stata concordata una sospensione, a causa della campagna ungherese anti-Juncker sull’immigrazione). Addirittura, il premier […]

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