Roma, 6 mar – “Chiamatemi direttore d’orchestra, è questo il nome del mio lavoro“: così ieri a Sanremo Beatrice Venezi respinge il politicamente corretto nel bel mezzo di un Festival orientato verso temi molto in voga come parità di genere e diritti Lgbt. Neanche a dirlo, la presa di posizione della giovane pianista e direttore d’orchestra, ieri sul palco dell’Ariston nelle vesti di co-conduttrice, ha scatenato polemiche a non finire, con la “Conferenza delle donne democratiche-Toscana” che ha addirittura chiesto alla Venezi di scusarsi per l’affronto.
Beatrice Venezi, direttore d’orchestra, ospite a Sanremo
“Evitiamo polemiche che qui non si sa mai. Quando ci siamo incontrati a Sanremo Giovani lei mi ha chiesto di essere chiamata direttore d’orchestra“, è stata la premessa del conduttore Amadeus ieri in diretta per la quarta serata del 71esimo Festival della canzone italiana. E lei, Beatrice Venezi, 31enne di Lucca, la più giovane direttore d’orchestra donna d’Europa, conferma: “Sì assolutamente, per me contano altre cose: la preparazione, il modo in cui si fanno le cose… La mia professione ha un nome che è direttore d’orchestra”. Amadeus ribatte: “Che sia direttore o direttrice oltre a essere brava è anche bellissima”. Ma ormai il messaggio, forte e chiaro, era arrivato nelle case di milioni di italiani.
“Direttore e non direttrice, mi assumo la responsabilità di questa cosa”. Ma i giornali la chiamano “direttrice”
Donna o uomo, non sono le etichette e i mostruosi neologismi per accontentare femministe e ideologi gender a fare la differenza, ma capacità, competenza, bravura. Neanche a dire che – è questa la notizia ma nessuno se ne cura – la Venezi si è imposta in un mondo professionale storicamente di quasi totale appannaggio dei maschi. Prova provata della sua bravura. “La posizione ha un nome preciso e nel mio caso è quello di direttore d’orchestra, non di direttrice“, ha ribadito la Venezi. “Mi assumo la responsabilità di questa cosa“, ha chiarito, “perché è importante quello che sai fare”. Una precisazione volutamente ignorata dai media mainstream: i principali giornaloni, nel riportare la notizia, definiscono la Venezi “direttrice”.
L’attacco delle femministe toscane sui social: “Chieda scusa a tutte le donne”
Bravura al di là delle etichette: un concetto che sfugge evidentemente anche a chi – come le femministe della “Conferenza donne democratiche – Toscana” – ha attaccato la giovane musicista. “A pochi giorni dall’#8marzo, ci auguriamo che la direttrice Venezi chieda scusa a tutte le #donne per questa uscita infelice e decisamente poco connessa col Paese reale”, si legge sulla loro pagina Facebook. Certo, un collettivo femminista che nel 2021 accusa qualcuno di scollamento dal Paese reale è davvero curioso…
L’attacco è un autogol: nei commenti tante donne difendono il “DIRETTORE Venezi”
Quello che conforta è che la stragrande maggioranza dei commenti al post indignato delle femministe toscane è in difesa del “DIRETTORE Venezi”. Come in tante hanno volutamente scritto per sottolineare il loro totale sostegno alla musicista. “Io mi definisco Architetto e non Architetta! E poi la Venezi è libera di definirsi come vuole… Chiedere scusa alle donne? Ma state scherzando? Questa è democrazia? Non ho parole!“, scrive una donna, inattaccabile anche nell’ottica del politicamente corretto. Insomma, in tante chiedono alle “donne democratiche” di chiedere loro scusa alla Venezi. “Questo è quello che ci ridicolizza: fossilizzate in battaglie di forma inutili – coglie il punto della questione un’altra utente -. Ora chieda lei scusa alle donne, perché mi sembra che il suo post ne abbia offese molte di più del DIRETTORE Venezi!”.
Adolfo Spezzaferro
5 comments
Mi spiace, ma qui il politicamente corretto non c’entra niente. Si tratta della Lingua italiana! La quale prevede nomi maschili e femminili che vanno usati correttamente.
A scuola non abbiamo avuto professori e professoresse? E, tanto per restare in tema, bidelli e bidelle? E la donna che dirigeva la mia scuola elementare, mi spiace per la Venezi, era la Direttrice; cattiva come un uomo nonostante il nome.
Signor Pino, pur da semplicissimo ascoltatore di musica classica, mi permetto di farvi notare che in quell’àmbito, tradizionalmente, si dice “maestro” e non “maestra”; “direttore d’orchestra” e non “direttrice”. Il maestro Venezi ha tutte le ragioni del mondo. Si tratta di un vero e proprio titolo (conquistato con grande lavoro e grande fatica, credo). Dirigere una scuola elementare è una cosa completamente diversa, non c’entra nulla.
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