Aleppo, 21 lug -“Sono errori individuali, lontani dalle nostre politiche e dalle nostre pratiche”. Il comando generale del movimento Nour al-Din al-Zenki, a cui appartengono i terroristi che hanno decapitato Abdallah Issa, ragazzino palestinese di 12 anni, prende le distanze dal comportamento dei suoi “miliziani” e annuncia “un’indagine interna per punire i colpevoli il prima possibile”, ribadendo di ispirarsi al principio del “rispetto dei diritti umani”. Il documento a firma del “comando generale” è stato diffuso dal profilo Twitter ufficiale del gruppo Nour al-Din al-Zenki, considerati dagli americani “ribelli moderati” anti Assad (e inseriti in programmi di supporto della Cia) e ritenuti invece semplicemente dei terroristi dal legittimo governo siriano e dai russi.
A giudicare dalle immagini scioccanti della decapitazione del ragazzino, al quale prima con buona probabilità erano stati espiantati gli organi, verrebbe da propendere per la versione fornita da Assad e Putin. Anche la diffusione del documento di “scuse” sembra teso a voler mettere goffamente una toppa, visto che il comando generale di Nour al-Din al-Zenki fa un diretto riferimento all’eco mediatica che questa “grave violazione dei diritti umani” ha avuto su giornali e social network. Oltre all’oltraggio di bollare questa barbarie come “errori individuali”, il gruppo terrorista nella parte finale del documento passa al contrattacco e cerca di buttare la croce addosso alle truppe fedeli ad Assad e ai “crimini di guerra” commessi nella battaglia di Aleppo.
Anche Amnesty International (per quello che vale, ndr) ha parlato dell’episodio come di “segnale aberrante”. Una serie di condanne internazionali che hanno probabilmente indotto i vertici del gruppo terroristico a fare questa “presa di distanze”, mentre inizialmente alcuni esponenti avevano provato a “giustificare” la decapitazione sostenendo che il dodicenne Abdallah Issa fosse in realtà un combattente del gruppo Liwa al-Quds (Brigata di Gerusalemme), un gruppo formato da palestinesi e fedele al regime di Assad. La stessa Brigata al-Quds ha invece negato questo coinvolgimento, visto che il ragazzino è stato semplicemente rapito ad Handarat, a nord di Aleppo, in un campo profughi palestinese di Ein El Tal dove sono presenti oltre 7 mila rifugiati.
Davide Di Stefano
6 comments
Dai si son sbagliati, va bene, scuse accettate. Welcome refugees! Love UInZ!!!
“Compagni musulmani” che sbagliano?
Se sono appoggiati dagli americani devono necessariamente essere moderati.
Non ci si sbaglia mai.
Islam religione di pace e fratellanza! E questi erano “i buoni”, non erano dell’Isis ma i ribelli “moderati” contro il “feroce” Assad. Magari gli accogliamo pure questi individui!
Credo che una bella soluzione finale non guasterebbe!
Ma la civilissima europa rispetta i diritti di chiunqua ad oltranza quindi anche quelli dei terroristi di commettere un ” errore “…
Siamo un popolo di gente senza palle governati da degli ipocriti falsi e molli, i nostri avi hanno difeso per centinaia di anni la nostra terra dalla malattia islamica e ora li stiamo andando a prendere e coccolando … è la prima volta nella storia che l’invaso va a prendere a sue spese l’invasore, non abbiamo scampo
So ragazzi