Roma, 10 nov – Andrea Crisanti torna a proporre di tracciare tutti gli italiani tramite internet per evitare la diffusione dei contagi. Il microbiologo allarmista evoca uno scenario distopico alla 1984 di Orwell nel nome della salute pubblica. Da settimane l’esperto lamenta l’inefficienza del tracciamento dei positivi e ora rilancia: “Usiamo le informazioni dei giganti del web sui movimenti delle persone e prevenire i focolai“. Immancabile poi il presagio catastrofico, tipico di Crisanti: “L’Italia viaggerà per diverse settimane sui 30-40 mila casi. Il problema vero è il dopo“.
“Contact tracing? Non ha più senso con i numeri attuali del contagio”
Intervistato dal Corriere della Sera, il docente di microbiologia all’Università di Padova boccia l’attuale sistema di contact tracing: “Il servizio non ha più senso con i numeri attuali di diffusione del contagio, cioè con 30-40 mila nuovi casi al giorno. A cosa può servire tracciarne mille su 40 mila? La percentuale di controllo è ormai così bassa che diventa insignificante“. Quello che propone l’esperto è quindi un “monitoraggio dei flussi, dei movimenti delle persone fra regioni e un monitoraggio dei luoghi e delle ore di assembramento. Però queste informazioni al momento noi non le abbiamo”. Ecco quindi “l’ideona” riproposta dall’esperto: i dati in questione ce li hanno i “giganti del web. Direi soprattutto Google ma in qualche misura anche Apple, Facebook, Instagram e pure Whatsapp e tutti i social che conoscono in tempo reale la posizione di chi li utilizza“.
“Con i dati degli smartphone individuiamo i movimenti di tutti”
Crisanti punta al telefono cellulare: “Lo strumento attraverso il quale possono individuare i movimenti di ciascuno è naturalmente lo smartphone, che usa la stragrande maggioranza della popolazione”. Ebbene, suggerisce l’esperto: “Se io so che in una certa area è a rischio, posso vedere i movimenti di tutte le persone, che siano contagiate o meno, di quella zona, chessò, lavoratori che magari si spostano in un’altra città, e in questo modo riesco a individuare potenziali cluster. Le possibilità del sistema sono enormi”. Si tratterebbe di mettere le mani sui “dati in movimento di milioni di persone”, che “potrebbero servire a contenere l’epidemia”. Un modo per ovviare al flop dell’app Immuni, in sostanza. Ma soprattutto una mossa per controllare l’intera popolazione, bypassando la raccolta dati delle Regioni, accusate dall’esperto di poter truccare i numeri dei contagi per evitare il lockdown.
L’ennesimo allarme: “Terza ondata molto probabile”
Se non si fa come propone lui, ossia invadere la privacy dei cittadini, “la terza ondata è molto probabile“. Crisanti si dice certo che chiudere tutto a ridosso del Natale per lavorare a contrastare la terza ondata è più importante dei danni economici causati dalla serrata generale: “Perché non ci sarà nessuna ripresa economica se non si ferma l’epidemia”.
Adolfo Spezzaferro
3 comments
Finalmente abbiamo capito a che servono i cellulari.
Il cervello di questo elemento è talmente abituato al micro, pure volante, che appena entra nel macro…, vaneggia. Salvo che anche lui faccia parte dei molti che si preparano a dirci, dopo la sciagurata gestione del “sino-virus”, che la ripresa, grazie a loro ovviamente, è a doppia cifra pigliandoci solennemente per il culo! E’ dal 2008 che questa è la nuova musica; più si precipita e più facile è sparare dopo boom statistici!! Dopo che hai riempito di ceffoni un bambino, ti sarà grato per un investimento minimo, una caramella…
[…] 4 mar – Ormai è cosa nota: Andrea Crisanti sorride solo all’idea di poter controllare orwellianamente gli italiani con un bel lockdown totale; tutto il resto lo stizzisce, gli fa storcere il naso, lo […]