Roma, 19 gen – Consumi in calo, crollo del Pil e imprese allo stremo: a lanciare l’allarme è Confcommercio che smentisce il rimbalzo previsto dal governo. “Il 2021 inizia più in salita del previsto: ancora emergenza Covid, dati sui consumi in calo e Pil in forte riduzione. Difficile immaginare il rimbalzo previsto dal governo nei prossimi mesi”, afferma il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.
Confcommercio: “Situazione gravissima, imprese sono allo stremo”
“Una situazione gravissima che rischia di peggiorare con la crisi politica in atto. Le imprese che sono allo stremo hanno bisogno di certezze: indennizzi immediati e commisurati alle perdite subite, regole chiare sulla riapertura delle loro attività, un progetto condiviso sull’utilizzo efficace del Recovery plan”, fa presente Sangalli.
Pil in caduta libera: -10,7% rispetto a gennaio 2020
I numeri parlano chiaro. Il 2021 si apre con un calo congiunturale del Pil dello 0,8% a gennaio che porterebbe a una flessione del 10,7% rispetto allo stesso mese del 2020. Altro che rimbalzo del 6% previsto per quest’anno dal governo. Nel quarto trimestre l’associazione delle imprese del commercio stima un calo del Pil del 3% rispetto al terzo quarto del 2020 e del 7,5% tendenziale per una chiusura annua a -9%. Uno scenario, spiega Confcommercio, che “porta a non escludere un mancato rimbalzo dell’economia italiana nel 2021, deludendo le aspettative di un concreto recupero di ampia parte delle perdite di prodotto e di consumi patite nel 2020”.
“Appare molto ambizioso il target del governo di crescita del 6%”
Anche perché il 2021, sottolinea l’associazione, “si è aperto con segnali di peggioramento della situazione sanitaria e con il conseguente inasprimento e prolungamento, in molti Paesi, delle misure di contrasto alla pandemia”. Pertanto, obietta Confcommercio, “appare molto ambizioso il target governativo di crescita attorno al 6%, ormai una scommessa molto rischiosa tutta giocata sulle capacità di utilizzo rapido ed efficace delle risorse europee”.
Consumi in calo del 14,7% su base annua
Male i consumi, anche a dicembre, con una riduzione su base annua dell’11,1% (comunque migliore del -16,2% di novembre). A pesare anche i 10 giorni di lockdown sotto Natale. L’anno si chiude quindi per l’indice consumi Confcommercio con un -14,7%. Inoltre, chiarisce l’associazione, il dato annuale dei consumi “non riflette il calo complessivo dei consumi, per i quali la nostra stima si conferma del -10,8% sul territorio”. Nel dettaglio l’indicatore dei consumi registra, nel confronto annuo, un calo dell’11,1%, sintesi di riduzioni del 41,3% per i servizi, i più colpiti dalle restrizioni imposte dai vari Dpcm.
Unione nazionale consumatori: “Dati disastrosi”
“Dati disastrosi. Un Natale in rosso, con crolli del 91% per i servizi ricreativi, 87% per i trasporti aerei,67,5% per gli alberghi. Unica voce a salvarsi, tra le spese non obbligate, i giocattoli, +3% su dicembre 2019″. A fare eco all’allarme di Confcommercio sul crollo di Pil e consumi è Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. “Insomma, la decisione di inasprire il lockdown proprio prima di Natale, nonostante in base ai 21 parametri praticamente tutte le regioni non fossero più zone rosse, rischia di aver dato il colpo di grazia a molti settori economici che contavano sulla festività per riprendersi”, conclude Dona.
Ludovica Colli
1 commento
La Confcommercio è co-responsabile di questo stato di cose e non deve nascondersi dietro il sinovirus (capito e gestito malissimo ma che è solo il voluto gocciolone che fa traboccare…). Confcommercio, come altre associazioni e sindacati, hanno lucrato a più non posso nei tempi delle vacche grasse, ergendosi ad arbitri intersistemici, senza nessuna capacità di critica, di costruzione e di protesta sostanziale -non solo chiacchiere- contro il sistema di potere che approfittandosene, fagocitava tutto e tutti senza lasciare margini e ponendo tutti su una precaria linea di galleggiamento. Hanno fagocitato persino loro basti pensare alla prestigiosa sede di Mi, via Palestro, non zona Lorenteggio “caro” Sangalli. E chi vi ha pagato, vi ha sostenuto perché era obbligato (con normative capestro che persino i buoni commercialisti si mettevano le mani nei capelli), oggi è nei guai perché non avete tutelato mai, men che meno per tempo, le vostre vacche da mungere. Tanto tu, Sangalli, di latte da parte ne avevi e ne hai ancora tanto…
Non ti vogliamo accanto nel nostro triste ma onesto destino a viso aperto!