Roma, 8 giu – “Il vaccino Astrazeneca va vietato ai più giovani“: l’appello di 24 medici vaccinatori di Genova contro gli open day e la somministrazione agli under 40 soprattutto se donne. “AstraZeneca sui più giovani? I rischi superano i benefici“, è l’allarme lanciato in una lettera pubblica, in cui i medici definiscono “sconcertante” la “scelta del governo e delle agenzie regolatorie” di “sconsigliare Astrazeneca sotto i 60 anni e poi di lasciarlo somministrare ai 18enni“.
Astrazeneca, due casi gravi di trombosi in giovani donne
Non sono bastati due interventi chirurgici, uno per rimuovere il trombo cerebrale e l’altro per ridurre la pressione cranica provocata dall’emorragia. La diciottenne ricoverata al San Martino di Genova, colpita da trombosi del seno cavernoso dopo la prima dose di Astrazeneca, ieri mattina era in condizioni “stabili nella loro gravità”. E’ in rianimazione, prognosi riservata. Un’altra donna, lucchese, 42 anni, è in rianimazione all’ospedale Cisanello di Pisa dopo un ictus. Vaccinata con Astrazeneca il 26 maggio. Anche lei operata due volte. Ebbene, nonostante le raccomandazioni dell’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, di somministrare il vaccino agli over 60, è stato fatto anche ai maturandi.
La lettera aperta di 24 medici: “Astrazeneca va vietato ai più giovani”
“Siamo contrari agli open day Astrazeneca – spiegano i 24 medici nella lettera pubblicata dal Secolo XIX – perché la somministrazione di questo vaccino ai soggetti minori di 40 anni, in particolare di sesso femminile, potrebbe comportare più rischi che benefici“. Il vaccino anglo-svedese in effetti può causare una trombosi venosa associata a diminuzione delle piastrine, che si presenta a distanza di 5-15 giorni e può avere esito fatale. Questa complicanza è stata descritta in soggetti dai 20 ai 55 anni, ma le persone in assoluto più colpite sono le giovani donne. Il vaccino anglo-svedese peraltro – sottolineano i firmatari “non è mai stato approvato dall’agenzia del farmaco statunitense (Fda) ed è stato eliminato dal programma di vaccinazioni di vari Paesi europei, come Austria, Norvegia e Danimarca”. Ecco perché secondo loro il vaccino andrebbe vietato ai più giovani.
“Giovani non messi in guardia dai rischi”
Per questo, spiegano i medici, “disapproviamo con forza il tipo di campagna intrapresa dagli organi governativi delle regioni, perché non mette correttamente in guardia i giovani dai rischi, per bassi che siano, e approfitta del loro lecito desiderio di riprendere una vita ‘normale’, e avere un pass che permetta loro di muoversi per lavoro o per studio, o di andare in vacanza. Forse per utilizzare le dosi di AZ conservate nei frigoriferi perché rifiutate dagli ultrasessantenni, che correrebbero rischi trascurabili“, fa presente la lettera aperta.
Figliuolo avalla gli open day delle regioni
In effetti, gli open day vanno avanti, complice il fatto che il commissario straordinario per l’emergenza Covid Figliuolo abbia sempre fatto presente che l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, non abbia dato indicazioni in merito alle fasce d’età. Posizione assunta anche da diverse regioni, appunto, che somministrano Astrazeneca a chiunque. Anche se ci sono governatori, come quello del Veneto, che preferiscono attenersi alle indicazioni dell’Aifa. “Noi confermiamo che non facciamo gli open day per gli under 60 con Astrazeneca e Johnson&Johnson. Ci rifacciamo alla direttiva dell’Aifa”, afferma Luca Zaia.
Quello che fa specie, in effetti, è che – dati alla mano – ci sono ancora tanti, troppi over 60 non ancora vaccinati. E per i quali l’Astrazeneca sarebbe perfetto. Invece, complici anche i media, è tutta una corsa all’open day per i giovanissimi, che non vedono l’ora di avere le carte in regola per andare a ballare in discoteca.
Adolfo Spezzaferro