Trieste, 26 mag – Una maxi operazione della Polizia di Stato ha portato all’arresto di 13 nigeriani che gestivano un imponente traffico di droga in tutto il Centro e Nord Italia. A finire in manette è stato anche il boss, un nigeriano di 34 anni che, da Roma, gestiva i suoi sottoposti. La retata è stata effettuata dagli agenti della Squadra Mobile di Trieste sulla base di indagini svolte dalla questura del capoluogo giuliano. Tra l’ottobre del 2018 e il maggio di quest’anno la polizia triestina è riuscita a sequestrare più di 300 chili di marijuana. Il fatto curioso è che i corrieri arrestati erano convinti di essere «invisibili» grazie all’effetto di riti vudù.
Come funzionava la rete di spaccio
Come ha spiegato alla stampa il Primo Dirigente della Mobile di Trieste, Giovanni Cuciti, il boss «faceva affidamento sui corrieri che si recavano a Roma e, spostandosi verso le città del Nord Italia in treno o in macchina, consegnavano la marijuana a delle “cellule” presenti nelle diverse località. Questo ha permesso di ricostruire il tragitto e sequestrare, di volta in volta, ingenti quantitativi di stupefacente». Come spiega sempre Cuciti, «le indagini sono partite da Trieste dopo le attività investigative che avevano portato, nella zona tra il Silos, piazza Libertà e via Udine, a diversi sequestri di modiche quantità di marijuana. Da qui l’intenzione da parte della Procura guidata da Carlo Mastelloni di seguire le diverse tracce e ricostruire la catena dei fornitori».
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Gli invisibili
Il nome che la Questura di Trieste ha dato all’operazione è appunto «Gli invisibili», proprio perché gli arrestati erano convinti di non essere rintracciabili dalle forze dell’ordine. E così i 13 nigeriani trasportavano fino a 50 chili di marijuana nei loro trolley in tutta tranquillità, in virtù dei riti vudù a cui un santone li sottoponeva, rendendoli incuranti degli agenti. Gli oltre 300 chili di marijuana sequestrati negli ultimi sei mesi avrebbero fruttato proventi per circa 1 milione e 800mila euro.
Vittoria Fiore
1 commento
…..speriamo che stiano visibilmente in galera….”giudici”, radical chic, permettendo….