Roma, 21 apr – Il governo giallofucsia fa dietrofront sull’app Immuni per tracciare i contatti delle persone e individuare i positivi al coronavirus: non ci saranno limitazioni sugli spostamenti per chi non la installerà sul proprio smartphone. A dare la notizia delle possibili ritorsioni era stato il Corriere della Sera, che aveva fatto accenno anche all’ipotesi braccialetto elettronico per chi non avesse voluto installare l’app. Sempre il quotidiano di via Solferino oggi riferisce che la proposta del comitato scientifico è stata accantonata perché ha scatenato le ire dei cittadini (e dell’opposizione, che ha chiesto di discuterne in Parlamento) visto che di fatto sarebbe stata una limitazione della libertà personale. “Non abbiamo alcuna intenzione di limitare la libertà di movimento di nessuno. Semmai si tratta di individuare un sistema in grado di incentivare gli italiani a partecipare al progetto“, dice il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa. Forti dubbi erano stati espressi anche sulla garanzia che l’app potesse tutelare la privacy dei cittadini. Ebbene, a quanto pare, le regole sull’app non saranno “rifilate” ai cittadini con l’ennesimo decreto del premier o con un’ordinanza della Protezione civile. Ad occuparsene sarà anche il Parlamento, perché una norma sarà inserita nel decreto legge economico che dovrebbe essere approvato nei prossimi giorni.
Allo studio incentivi per installare l’applicazione
Ora il problema è raggiungere quel 60% di app scaricate necessario per rendere efficace il sistema di tracciamento sul fronte del contenimento dei contagi. Per spingere gli italiani ad installare Immuni, il governo deve individuare un piano B rispetto alle ritorsioni. Allo studio ci sono varie ipotesi, come la possibilità di avere un filo diretto con il medico di famiglia e, previo consenso, di avere ricette e prescrizioni senza più la necessità di andare fisicamente fino al suo studio (quella sanità digitale insomma a cui pensa il ministro Speranza).
Rezza (Iss) minimizza: “Nostra privacy finita da tempo”
“Più alta è la partecipazione, più efficace è il sistema“, fa presente Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. Il medico inoltre minimizza sui rischi per i dati sensibili dei cittadini: “La nostra privacy è finita da tempo. Quando apro il mio telefono vedo che lui sa già qual è il mio ristorante preferito, poi mi chiede se voglio comprare di nuovo le cose che ho comprato qualche giorno prima. E adesso siamo tutti gelosi davanti un problema serio, come la nostra salute? Io parteciperò senza problemi”.
L’app senza tamponi è inutile
Sebbene l’attenzione sia giustamente focalizzata su Immuni e sulla volontà da parte del governo giallofucsia di tracciare continuamente i cittadini per contenere i contagi nella fase 2, quella della convivenza con il virus e del (lento) ritorno alla normalità, va chiarito che l’app senza i tamponi a tappeto non serve a niente. Sono i risultati dei tamponi che, una volta inseriti nella banca dati del programma, fanno funzionare l’app. Non Immuni in sé. Una volta testata la popolazione, avremo fatto molto di più che geolocalizzare i positivi: avremo un quadro molto più ampio dei contagi nel Paese.
Adolfo Spezzaferro
3 comments
I poteri occulti della finanza che creano a costo zero ed in forma privata la moneta con cui depredano i popoli vogliono microchipparci per controllarci e marchiarci come si fà con le bestie.Dopo cercheranno di togliere i contanti cosi’ se non sei gradito alle loro banche private non potrai nemmeno fare l’elemosina.Questi oligarchi anticristiani e contro la libera determinazione dell’ uomo pensano di essere gli unici ad avere il diritto di tenere il denaro! Sin dall’ antichità l’uomo ha sempre tenuto il frutto del suo lavoro dove meglio credeva.Se ci obbligheranno a dargli ogni cosa allora la dittatura della finanza sarà definitiva.Questo semprechè il popolo voglia subire all’ infinito e sia incapace di reagire a pochi oligarchi
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