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Ad Israele non sta bene che l’Onu la contesti: “Guterres si dimetta”

by Alberto Celletti
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Israele contro Onu

Roma, 25 ott – Che Israele sia in preda ad una fase di delirio di onnipotenza maggiore del solito è testimoniato anche dalle polemiche con l’Onu. Sia chiaro, le cosiddette Nazioni Unite rappresentano un vuoto di potere cosmico mascherato da autorevole, visto che – di fatto – non sono in grado di decidere nulla e di non indirizzare alcun processo. In ogni caso, le sparate di Tel Aviv contro il segretario generale dell’organizzazione Antonio Guterres sono solo l’ultima, triste, dimostrazione.

Israele contro il segretario dell’Onu: “Si dimetta”

È vietato dire ciò che a Tel Aviv non è gradito, diciamolo pure. Come riporta l’Ansa, lo scontro tra Israele e il segretario dell’Onu Guterres è in una fase particolarmente acuta. Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen si rifiuta addirittura di incontrarlo. Qual è il problema? Che il segretario si era permesso di dire l’ovvio proprio al Palazzo di Vetro: “È importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono arrivati dal nulla. Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione”, anche se “le sofferenze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas”, e ancora che gli attacchi “non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”. Inoltre, Guterres è colpevole di denunciare gli atti di grave violazione dei diritti umanitari e ha “osato” chiedere un cessate il fuoco immediato. Inaccettabile, per Tel Aviv, che chiede senza mezzi termini le dimissioni di Guterres: “Un segretario generale dell’Onu che mostra comprensione per la campagna di sterminio di massa di bambini, donne e anziani non è adatto a guidare l’Onu. Lo invito a dimettersi immediatamente”. Cohen su X scrive: “Non incontrerò il segretario generale dell’Onu. Dopo il 7 ottobre non c’è spazio per un approccio equidistante. Hamas deve essere cancellato dal mondo”.

Il solito teatrino, con ruoli ben precisi

Diciamo le cose come stanno, il copione è sempre lo stesso. L’Onu fa finta di avere autorità, ma palesa la sua inconsistenza in situazioni del genere, in cui il governo di un singolo Stato alza la voce, avendo ben altro peso. Dall’altro lato del palco, ci sono gli Usa che continuano ad  interpretare il ruolo immutabile di fedeli spalle di Tel Aviv. E così il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby deve ribadire in qualche modo lo spartito: “La responsabilità del 7 ottobre è di Hamas, solo di Hamas. Non di Israele, né dei civili innocenti”. Ad Israele, poi, non sta manco bene che arrivino aiuti umanitari a Gaza, usando sempre la solita scusa: “Abbiamo il timore che arrivino ad Hamas”.Ma quella è una storia tristemente conosciuta.

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