Roma, 17 ott — Urne aperte dalle 7 alle 23 di oggi e domani lunedì 18 ottobre dalle 7 alle 15 per i ballottaggi nei 65 Comuni che non hanno visto alcun candidato superare, al primo turno, la soglia del 50% dei voti. Si tratta di un test elettorale estremamente importante poiché, al di là del rilevante dato numerico degli aventi diritto — ben cinque milioni, —alcuni dei Comuni coinvolti sono di assoluto rilievo nazionale.
Le principali città interessate ai ballottaggi
Oltre a città come Savona, Benevento, Cosenza, Isernia, Varese, l’attesa maggiore — tanto dei cittadini quanto del mondo politico — è concentrata sulle sfide di Roma, Torino e Trieste. Fari puntati, come ovvio, sulla Capitale. In totale le città capoluogo interessate dai ballottaggi saranno dieci.
Movimento 5 Stelle azzerato
Al primo turno, come noto, sono stati eletti al primo turno Sala a Milano, Lepore a Bologna e Manfredi a Napoli, entrambi espressione del centrosinistra, con i secondi due sostenuti anche dal M5S. Il centrodestra è riuscito a confermare il governo nella Regione Calabria ed altri Comuni come Pordenone, Novara e Grosseto. Un dato politico molto rilevante emerso dal primo turno è, senza dubbio alcuno, l’azzeramento del Movimento grillino nelle grandi città prima amministrate proprio da questo. Il sindaco uscente Raggi a Roma e Valentina Sganga a Torino, la quale avrebbe dovuto ricevere l’eredità politica della Sindaca Appendino, non sono riusciti ad arrivare ai ballottaggi.
L’auspicio del centrosinistra: marginalizzare del tutto la Lega (anche al governo)
Nonostante si tratti di elezioni amministrative e come tali a valenza locale, il risultato di questi ballottaggi rivestirà una fondamentale importanza nei precari assetti della litigiosa maggioranza che sostiene il governo Draghi. L’escalation di retorica antifascista registrata negli ultimi giorni e la manifestazione dei sindacati di ieri tenutasi a Roma — in un tripudio di bandiere rosse in pieno silenzio preelettorale — sono funzionali a una radicalizzazione dei rapporti interni alla maggioranza. E mentre in piazza circolavano anche manifesti a sostegno del candidato Gualtieri, in palese violazione del silenzio preelettorale, nei palazzi del potere si guarda ai risultati per ridefinire gli equilibri di potere. Il chiaro auspicio riguarda la marginalizzazione della Lega, fino a farla uscire dal Governo. Magari partendo proprio dal voto capitolino.
Cristina Gauri