Roma, 26 nov – Stanno facendo molto discutere le parole che Massimo Recalcati ha pronunciato su Radio Capital, ospite di Massimo Giannini: presentando il suo nuovo libro, il noto psicanalista ha affermato che «nella mia lettura, che è una lettura clinica, il sovranismo non è solo un fatto politico, ma un fatto psichico». In altri termini, ha continuato Recalcati, «siamo di fronte a nuove malattie, a nuove condizioni di vita psichica soprattutto nei giovani, che hanno come caratteristica il ritiro sociale, la chiusura nella propria stanza, un protezionismo psichico. Siamo di fronte a una patologia del confine».
Medicalizzare il dissenso
Quella del «sovranismo psichico», d’altronde, non è una tesi nuova: è stata proposta circa un anno fa dal Censis e poi addirittura consacrata dalla Treccani. Ma anche Sergio Romano, ex diplomatico e penna del Corsera, ha dato di recente alle stampe un libello dal titolo eloquente: L’epidemia sovranista. In sostanza, secondo tutti questi analisti, il sovranismo non sarebbe una categoria politica, ma una patologia contagiosa. Siamo di fronte, cioè, a un tentativo di medicalizzare il dissenso.
Tuttavia la tesi, di per sé sconcertante, ci dice molto più sui loro sostenitori che non sull’oggetto analizzato. La carta epidemiologica, infatti, è il classico asso che il baro tiene nella manica. È la bandiera bianca che un’oligarchia morente sventola dall’alto della sua fortezza assediata. Falliti tutti i tentativi di dare risposte politiche a un fenomeno politico (il sovranismo, appunto), i globalisti stanno tentando di autoconvincersi che il motivo della loro disfatta non è la loro incapacità di interpretare la realtà, ma la diffusione endemica di un virus impazzito. Detto in parole povere: quella dei globalisti è una vera e propria dichiarazione d’impotenza.
Il sovranismo è la cura, non il veleno
La tesi di Recalcati e compagnia cantante, ovviamente, non è seria. E questo per una ragione molto semplice: non ha alcun fondamento scientifico. Non poggia, cioè, su prove empiriche degne di questo nome. Come è possibile, infatti, diagnosticare una psicosi collettiva per quella che ora, secondo i sondaggi, è la maggioranza degli italiani? Recalcati può forse mostrarci la cartella clinica di milioni di elettori per suffragare le sue affermazioni? La risposta, naturalmente, è no. Perché la tesi, appunto, è autoconsolatoria: non possiamo sconfiggere il sovranismo politicamente non perché siamo dei venditori di fumo completamente sganciati dalla realtà, ma perché il sovranismo è una malattia da curare. E – questo è il sottinteso – una volta che i «pazienti» saranno guariti, non potranno più essere sovranisti.
Ora, queste uscite scomposte del clero globalista certificano più di altre la natura vincente del sovranismo nonché la sua forza mobilitante. Come recita Sun Tzu nell’Arte della guerra, «se non conosci te stesso, né conosci il tuo nemico, sii certo che ogni battaglia sarà per te fonte di pericolo gravissimo». Ecco, la sinistra globalista, medicalizzando il dissenso, ha rinunciato a conoscere il suo nemico. Il che dà un vantaggio inestimabile al fronte sovranista nel suo obiettivo di dare la spallata decisiva all’ancien régime progressista. L’ultima ridotta del globalismo è sotto assedio. E non basterà certo un esercito di sardine per fermare il prossimo assalto.
Valerio Benedetti
9 comments
Chiedete ad un giapponese se lui è sovranista e se si sente malato psichico.
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Il globalismo forzato, disequilibrato, accelerato, è più salute pubblica?! (Mentale e/o fisica).
Ma ci facciano il piacere… Tornino a studiare microbiologia, visto che sulla macro obbligano taluni ad erigere muri!
[…] non sorpassabili, o se oramai siamo arrivati al punto in cui si ritiene che valga tutto, assolutamente tutto, pur di abbattere […]
A parte il fatto che un medico che approfitta della sua autorità per diffondere siffatte teorie totalmente prive di qualsiasi evidenza scientifica (“evidence based medicine” – ne avrà mai sentito parlare quell’inqualificabile essere?) dovrebbe subire severe sanzioni disciplinari per aver cercato di sottomettere la scienza al suo credo politico, ciò mi ricorda tanto l’ex URSS dove i dissidenti venivano spediti in manicomio. E questo nella mia Nazione, quasi 30 anni dopo la fine del comunismo. Che sia ora di reagire?
Questa tesi, sovranismo = malattia mentale, mi sembra una riedizione, forse involontaria, di una vecchia idea di Eric Fromm, tratta dal suo libro del 1941 “Fuga dalla libertà”. Insomma, a sinistra funziona sempre allo stesso modo: loro non sbagliano mai, loro non hanno colpe, loro non si assumono responsabilità di nessun tipo.
consiglio questa lettura: Psicopatologia del comunismo di Raffaello Vizioli.
Beh da internamenti in ospedali psichiatrici sovietici in poi…c’è un certo attaccamento a certi giudizi e metodi…!!…https://ilgattomattoquotidiano.wordpress.com/
Bisognerebbe saperne di più su questo dott. recalcati. Ad esempio: quanti soldi prende, o abbia preso, o quali e quanti faviri debba all’ odioso partito PIDIESSE…..