Il presidente Fico contro la chiusura dei porti: "Salvare vite in mare sempre e comunque"

Roma, 19 lug – Acque di nuovo agitate nel governo sul tema immigrazione. A questo giro a parlare è, ancora, il presidente della Camera Roberto Fico (M5S), che in occasione della cerimonia del ventaglio non ha mancato di sottolineare la propria distanza dall’approccio seguito in queste settimane dal ministro degli Interni Matteo Salvini.
“È stato per me un onore premiare gli uomini della Guardia Costiera che si sono distinti per coraggio e abnegazione salvando oltre mille migranti nel mar Mediterraneo. Il lavoro della Capitaneria merita un plauso doveroso”, ha detto Fico, sottolineando che “stare vicino agli ultimi, anche se non voglio passare per Madre Teresa di Calcutta, è cercare di essere in situazioni più complicate e difficili”. Fico si è poi detto d’accordo con le parole del ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli, che in occasione del 153° anniversario della fondazione della Guardia Costiera aveva anch’egli elogiato gli uomini delle Capitanerie di Porto per l’azione di salvataggio svolta: “Salvataggio di vite in mare sì comunque e sempre“, ha concluso.
Parole che offrono un’idea della non graniticità del governo nell’affrontare la questione. Se sui salvataggi nessuno – Salvini compreso – ha mai posto alcun dubbio, questi semmai devono (o dovrebbero) emergere sulla natura degli stessi. Se un’Ong o la nostra Guardia Costiera o un mercantile recuperano un barcone in acque libiche, è lì che i naufraghi devono essere portati. Tanto più che, carte Onu alla mano, adesso la Libia può essere considerata un porto sicuro. A meno di non voler per l’ennesima volta giocare con le parole e con questa scusa riversare ancora in Italia la “materia prima” che fa ricchi i trafficanti (e la mafia).
Nicola Mattei