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“A Trieste non c’erano più lavoratori, ma estremisti”: per la Lamorgese i portuali sono invisibili

by Alessandro Della Guglia
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Trieste Lamorgese, portuali

Roma, 27 ott – I portuali a Trieste? E chi li ha visti, al massimo si saranno infiltrati fra gli estremisti. Il ministro Luciana Lamorgese non riesce proprio a scansare gaffe e sparate imbarazzanti, così torna a parlare di proteste contro il green pass proferendo parole che denotano tutta la sua inadeguatezza. “A Trieste siamo stati criticati, ma non c’erano più lavoratori, erano frange estremiste arrivate da tutte le parti d’Italia e anche da fuori”, ha dichiarato una Lamorgese allo sbaraglio durante il convegno “La sicurezza in sicurezza”. E alzi la mano chi si sente “sicuro” con questo ministro dell’Interno, perché abbiamo giusto la vaga sensazione che da un sondaggio al riguardo uscirebbe un risultato impietoso.

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Trieste, l’imbarazzante lettura della Lamorgese

“I poliziotti non hanno usato manganelli. Ci sono interessi commerciali che vanno a incidere sulla città, con dei tir fermi che non riuscivano a entrare, dovevamo fare uno sgombero leggero per far ripartire il porto”, ha poi affermato il ministro. Alla faccia dello “sgombero leggero”, a suon di idranti, lacrimogeni e… sì, pure manganelli. E ancora: “Il momento è stato complicato, l’abbiamo vissuto con grande sacrificio e responsabilità”, ha precisato.

“È stato un periodo difficilissimo a tutti i livelli per le forze di polizia. Solo quest’anno abbiamo avuto 13.800 manifestazioni di cui oltre 5mila contro i provvedimenti del governo e anticovid circa 3.500-3.600. Ci rendiamo conto di come sia difficile per un poliziotto operare bilanciando i diritti, come quello a manifestare e quello alla salute ad esempio? Il giusto bilanciamento richiede grande professionalità per cercare di arrivare con fermezza alla risoluzione del conflitto”. Che fine stratega, farebbe impallidire Sun Tzu.

Quando si dice l’utile esperienza 

Ma l’aspetto senza alcun dubbio più surreale è la mancanza di senso di realtà della Lamorgese, che travolta da ovvie critiche e richieste di dimissioni, si vanta della sua esperienza da prefetto. Cosa che dovrebbe indurla a scelte ben più oculate. “Io affronto tutto con serenità non pensando a quello che casomai alcune parti politiche vengono a dire. Io sono un prefetto, sono cresciuta in questa amministrazione e metto tutto il mio impegno e la mia professionalità nel lavoro, non c’è valutazione esterna che possa incidere su quello che ognuno di noi è. Ho alle spalle anni di lavoro e di conoscenza dei problemi“. Questi sono i risultati del commissariamento della politica.

Alessandro Della Guglia

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