Palermo, 28 ago – I giudici danno ragione al governo giallofucsia contro il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci. Il Tar della Sicilia, in tempi record, con un decreto cautelare monocratico a firma del presidente della terza sezione depositato ieri pomeriggio, ha sospeso l’efficacia dell’ordinanza del governatore siciliano, che aveva disposto lo sgombero di hotspot e centri di accoglienza dell’isola nonché lo stop agli sbarchi dei clandestini – compresi quelli delle navi Ong – per ragioni di emergenza sanitaria, visto che molti immigrati risultano positivi al coronavirus. Ebbene, il tribunale amministrativo regionale ha accolto l’istanza cautelare presentata dal governo Conte e ha fissato la camera di consiglio per il 17 settembre. Immediata la reazione di Musumeci: “Non siamo stati neanche ascoltati. Non faremo un solo passo indietro“.
Tar: “Ordinanza va oltre i poteri attribuiti alle regioni”
Secondo il Tar, le misure previste dall’ordinanza impattano “in modo decisivo” sull’organizzazione e la gestione del fenomeno migratorio “che rientra pacificamente nell’ambito della competenza esclusiva dello Stato e “sono certamente idonee a produrre effetti rilevanti anche nelle altre regioni e, quindi, sull’intero territorio nazionale, nel quale dovrebbero essere trasferiti, nell’arco delle 48 ore decorrenti dalla pubblicazione dell’ordinanza, i migranti allo stato ospitati negli hotspot e nei centri di accoglienza insistenti sul territorio regionale”. Nello specifico, secondo i giudici, le misure disposte da Musumeci “sembrano esorbitare dall’ambito dei poteri attribuiti alle regioni, sebbene disposte con la dichiarata finalità di tutela della salute in conseguenza del dilagare dell’epidemia da Covid-19 sul territorio regionale”. Il decreto rileva inoltre, in merito allo sgombero, “l’inadeguatezza del brevissimo termine assegnato per l’esecuzione, in considerazione della natura e della complessità delle attività necessarie a tal fine”, e, in merito agli sbarchi, “la mancanza di specifiche e adeguate misure organizzative e di coordinamento e, a monte, di una preventiva verifica di fattibilità/sostenibilità”.
Il governatore: “Non condividiamo decisione, su sanità non faremo un solo passo indietro”
Per il governatore sicialiano, “quella adottata dal magistrato del Tar di Palermo è una decisione cautelare che non condividiamo e che è stata assunta senza neppure ascoltare la Regione, come può essere concesso a richiesta della parte e come noi abbiamo formalmente chiesto, non avendo potuto depositare le nostre difese”. “Tuttavia – aggiunge il presidente della Regione – se in pochi giorni sono stati trasferiti oltre 800 migranti è la dimostrazione che serve denunciare il problema ad alta voce. Sulla nostra competenza in materia sanitaria non faremo un solo passo indietro”. E infatti il governatore va avanti: “Martedì mattina sarà a Lampedusa la nostra task force – annuncia Musumeci – e nei giorni successivi saranno verificati accuratamente gli oltre 40 centri di accoglienza che sono censiti in Sicilia. E’ una battaglia di civiltà dalla quale non ci possiamo esimere”. “Al governo di Roma – conclude il presidente della Regione – chiedo ancora una volta di proclamare lo ‘stato di emergenza’ su Lampedusa e di esercitare nei fatti le competenze che rivendica. Altrimenti sono solo chiacchiere e i problemi restano tutti sulle spalle e sulla pelle dei siciliani”.
Continuano i trasferimenti degli immigrati da Lampedusa
In effetti, la sfida lanciata da Musumeci al governo centrale ha comunque impresso un’accelerazione sui trasferimenti da Lampedusa, con il progressivo svuotamento dell’hotspot, grazie alle navi quarantena noleggiate dal governo. Ieri sulla “Azzurra” sono stati fatti salire prima gli ultimi quindici positivi al Covid-19, poi altre 585 persone. Il giorno prima sulla “Aurelia” erano stati imbarcati 273 immigrati, 60 dei quali positivi. All’hotspot dell’isola restano circa 250 clandestini, dopo aver toccato picchi di 1.400-1.500 presenze a fronte di una capienza di sole 192 persone.
Calderoli: “Musumeci utilizzi lo statuto regionale, è lui il responsabile dell’ordine pubblico”
Intanto il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli sottolinea che “anche se il Tar ha sospeso l’esecutività dell’ordinanza del governatore siciliano Musumeci” resta valida dal punto di vista amministrativo la parte del provvedimento che “riguarda la tutela della salute dei cittadini siciliani, e dei turisti in transito in Sicilia”. Poi l’esponente leghista dà una dritta al presidente della Regione: “A questo punto se io fossi il governatore Musumeci ricorrerei all’articolo 31 dello statuto della Regione Siciliana che prevede testualmente che: ‘Al mantenimento dell’ordine pubblico provvede il Presidente della Regione a mezzo della polizia dello Stato, la quale nella Regione dipende disciplinarmente, per l’impiego e l’utilizzazione, dal governo regionale. Il Presidente della Regione può chiedere l’impiego delle forze armate dello Stato'”. Insomma, “statuto alla mano il responsabile dell’ordine pubblico in Sicilia è il presidente regionale, che può delegare questa competenza al governo centrale (testualmente: Il governo dello Stato potrà assumere la direzione dei servizi di pubblica sicurezza, a richiesta del governo regionale): una possibilità, non un obbligo – precisa Calderoli -. Pertanto è il governatore regionale che ha la responsabilità e l’ultima parola sulla sicurezza della sua Regione. Per cui se lo Stato vuole giocare a braccio di ferro il governatore Musumeci ha i muscoli per farlo e per vincere“, conclude l’esponente leghista.
Adolfo Spezzaferro
4 comments
il problema è che ogni tanto ci illudiamo di vivere in una democrazia
Una ragione in più per non mollare.
Musumeci dovrebbe ottenere l’appoggio di tutta la dx italiana…anche dei movimenti indipendentisti se occorre secondo la logica cui il nemico del mio nemico è mio amico ed essi principalmente odiano questo Stato pontificio che in realtà è come un uomo senza pene.
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