Roma, 13 nov — E’ tematica principale dell’agorà pubblica la possibile elezione di Mario Draghi come prossimo Presidente della Repubblica, su cui giornali, talk show e dibattiti partitici si concentrano da mesi. Sin dal principio di nascita dell’attuale esecutivo a molti parve scontato immaginare il premier sicuro successore di Sergio Mattarella al Colle, giunta la scadenza naturale del mandato. Eppure, nel corso delle settimane l’ipotesi è andata ponendosi in maggiore discussione, frutto degli equilibri interni alle dinamiche parlamentari. In primis, è da considerare l’evidente difficoltà che, con la salita di Draghi al Quirinale, vi sarebbe nel consegnare l’incarico di Presidente del Consiglio ad una nuova figura.
Con Draghi al Colle impossibile chiudere la legislatura nel 2023
Stando alle regole costituzionali sarebbe Renato Brunetta, il ministro più anziano, a dover ricevere il testimone di Draghi. Pertanto, appare chiaro che concludere la legislatura alla scadenza ufficiale del 2023 diventerebbe di fatto impossibile. Anche in ragione di ciò, complice l’arrivo della pensione parlamentare previsto per la fine del 2022, pare sempre più ampliarsi il fronte di coloro che ambiscano nella permanenza di Draghi a Palazzo Chigi.
I grillini tremano
Infatti, in particolare nel M5S, il numero di coloro che non sarebbero rieletti in nessuna delle due Camere risulterebbe parecchio elevato. Una difficoltosa prospettiva che nessuna figura parlamentare tende a voler accelerare con un prematuro scioglimento delle Camere. Tuttavia, l’attuale Presidente del Consiglio preferirebbe di gran lunga traslocare al Quirinale, residenza dove potrebbe osservare l’agorà politica con maggiore distacco e serenità.
Infatti, l’esperienza di Draghi e la sua conoscenza degli ambiti burocratici ed istituzionali europei lo rende pienamente consapevole delle imminenti problematiche da gestire. Con il ritorno del Patto di Stabilità che aleggia sulla fine del 2022 ed un Recovery Plan ancora tutto da attuare la crisi economica e sociale italiana non potrà che ampliarsi.
Strade senza uscita
Inoltre, Mister Bce non è certo un abitudinario delle divergenze tra i partiti che contraddistinguono le giornate interne ai palazzi del potere. Ulteriore motivazione per cui soffra e mal sopporti i continui litigi tra fazioni, verso cui non è interessato e che rappresentano esclusiva melma in cui evitare di impantanarsi. Tuttavia, è probabile che nei prossimi mesi queste sabbie mobili travolgano il premier e lo “condannino” ad osservare da spettatore l’elezione del Capo dello Stato. Una delle beffe a cui deve necessariamente abituarsi chi riveste pregevoli incarichi istituzionali, contornati da metaforiche stanze con ingressi dorati e splendenti ma prive della porta di uscita.
Tommaso Alessandro De Filippo
2 comments
Brunetta è peggio di Draghi. E ce ne vuole.. visto che ho attaccato draghi tutti i giorni.. significa che penso che non ci sia mai fine al peggio.
Se lui dovesse diventare premier come qualcuno vocifera.. converrà lasciare questo paese disgraziato(già in programma per altre ragioni), ma definitivamente questa volta. è un egoista, divisivo, divide il popolo, uno come lui premier che dovrebbe rappresentare tutti ma rappresenta solo gli interessi economici di quattro suoi compari e picciotti.. sarebbe un ossimoro, davvero. L’Italia scende sempre dal male in Peggio.. intanto sono riusciti a fare arrivare il PD, un partito orribile dall’altra parte al 20%, per dire quanto sono scesi in basso! Ahaahaha e se lo meritano tutto il nostro “non voto”. (faccio parte di quelli che orgogliosamente non li hanno votati, il voto è una cosa seria, non voto un nemico, che ti rema contro, sarebbe un ossimoro)
P.s: ovviamente è il mio parere.
[…] Abbiamo già affrontato le intenzioni pro-Quirinale di Draghi. Ad oggi, riteniamo maggiormente utile trattare delle difficoltà che riscontrerà chi avrebbe interesse ad eleggere al Colle una figura differente. In primis, è necessario ribadire come il presidente del Consiglio goda di un cordone mediatico che rende complesso attaccarne la figura istituzionale. Gli errori comunicativi ed organizzativi commessi dall’arrivo a Palazzo Chigi sono stati più giustificati dai che criticati. Anche in ragione di ciò, è consequenziale che egli pretenda una sorta di incoronazione come Presidente della Repubblica. […]