Roma, 18 gen – E’ arrivata l’ora della sfida in Aula per il premier Giuseppe Conte dopo la crisi di governo scatenata da Matteo Renzi: oggi alla Camera, domani al Senato. Se a Montecitorio l’esecutivo giallofucsia sulla carta non dovrebbe avere problemi a incassare la fiducia, a Palazzo Madama il quadro è tuttora incerto. E in ogni caso quei 161 voti per avere la maggioranza assoluta sono un miraggio. A quanto pare il presidente della Repubblica sarebbe disposto a tenere in vita il governo Conte bis anche con una maggioranza relativa – il famoso voto in più – visto che il fine settimana non ha dato frutti sul fronte della trattativa per i cosiddetti costruttori.
Crisi di governo, Conte oggi alle 12 alla Camera
Il premier si presenterà alle 12 alla Camera e domani mattina al Senato e rilancerà la sua azione di governo. Questo lo schema: comunicazioni sulla situazione politica, dibattito e voto di fiducia. Ma se alla Camera Italia Viva mostra crepe, con due deputati – Vito De Filippo e Michela Rostan – che annunciano che voteranno la fiducia, – al Senato i 18 renziani sono compatti. Il gruppo dei costruttori inoltre è in alto mare, dopo che l’Udc si è sfilato ribadendo che resta nel centrodestra. Insomma, a Palazzo Madama, alla luce di un vertice di maggioranza con il ministro per i Rapporti con il Parlamento D’Incà e i capigruppo, per Conte non ci sono più di 151 senatori. Ma il premier tira dritto, non ci pensa proprio a dimettersi, sicuro che Mattarella non obietterà se per adesso l’esecutivo andrà avanti con una maggioranza relativa.
Renzi: “Al Senato Conte i numeri non ce li ha”
Renzi dal canto suo guarda oltre la conta in Aula. “Sarebbe un bene per il Paese se, invece di andare a caccia di responsabili, tutti insieme facessimo un progetto di riforme, tutti, da Conte a Salvini, da Berlusconi a Di Maio. Non un governo, ma le regole del gioco si scrivono insieme”, ha detto in serata a Non è l’Arena, su La7. E comunque il leader di Iv ripete da giorni che Conte i numeri al Senato non ce l’ha. Ecco perché parla di una nuova coalizione, a guida Pd (con ovviamente un altro premier). E tranquillizza i suoi ex alleati: “Non vedo elezioni anticipate, perché la maggioranza è possibile. Questo rende incomprensibile l’arrocco di Conte: se ha i numeri ha fatto scacco matto, ma se non ce li ha è un arrocco”.
Per centrodestra, +Europa e Azione Conte è al capolinea
Lo scontro nella maggioranza giallofucsia è l’occasione giusta per il centrodestra, dove c’è chi chiede elezioni subito, come FdI, e chi dice di essere pronto a governare, come la Lega. Ma a ben vedere anche +Europa della Bonino e Azione di Calenda ritengono che l’ex avvocato del popolo oggi strenuo difensore della sua poltrona sia giunto al capolinea. Altro che Conte ter.
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