Roma, 8 giu – Tra proposte di federazione, sondaggi, selfie e merende, il centrodestra fa una fatica del diavolo a trovare una quadra sui candidati alle prossime Comunali. C’è chi cerca di imporre il proprio nome, chi invece non se la vuole rischiare e chi, magari, vuole solo parcheggiarsi in attesa del prossimo giro di giostra. La confusione, insomma, regna sovrana. Eppure, paradossalmente, gli elettori di centrodestra sono già pronti a offrire il proprio sostegno a una coalizione in difficoltà. È quanto emerge da un sondaggio Tecnè divulgato durante l’ultima puntata di Quarta Repubblica. Che, appunto, lascia più che sorpresi.
Il centrodestra alle Comunali
Stando a questa rilevazione, il centrodestra – benché ancora sfornito di candidati certi – si avvia alle Comunali con un discreto vantaggio sia a Roma che a Milano. In sostanza, nelle due più importanti città italiane, la colazione composta da Lega, Fi e Fdi si presenta ai nastri di partenza in pole position, sebbene non abbia ancora fatto letteralmente nulla. Nella capitale, infatti, ancora si sta discutendo sui candidati: nella folta rosa dei nomi, alla fine sono rimasti in gara il favorito Enrico Michetti (avvocato e «tribuno» di Radio Radio, vicino a Fratelli d’Italia) e Simonetta Matone (magistrato e volto noto della tv per le sue ospitate a Porta a porta). A prescindere da chi sarà a spuntarla, però, il candidato sindaco del centrodestra può già contare sul 35% delle preferenze, con tre punti percentuali di vantaggio su Gualtieri (dato al 32%), e a distanza siderale dalla gaffeuse Virginia Raggi (17%) e dall’outsider Carlo Calenda (14%). Non male come inizio.
Da Roma a Milano
Se possibile, per le Comunali di Milano il centrodestra è ancora più confuso. Tra i vari nomi che stanno girando, ci sono quelli di Annarosa Racca, Fabio Minoli, Oscar di Montigny e Riccardo Ruggieri. Non proprio prime scelte, si converrà. Eppure, anche qui la coalizione Lega-Fi-Fdi è già in vantaggio. Secondo il sondaggio Tecnè, infatti, il centrodestra parte con il 46% dei consensi, staccando di un paio di punti Beppe Sala (43%) che, malgrado una sindacatura non proprio felice, non intende mollare l’osso. Male, invece, i grillini: con il 7%, il M5S è di fatto fuori dai giochi.
Vittoria Fiore