Roma, 13 feb – Marta Cartabia è stata nominata intestataria del ministero della Giustizia, ereditando la pratica dal discusso ministro grillino Alfonso Bonafede. Un’altra tecnica per Mario Draghi, che sceglie per la sua squadra l’ex presidente della Consulta.
Cartabia, costituzionalista e molto accademica
La Cartabia ha sul groppone la pesante eredità delle riforme di Bonafede che, nonostante tutto, vanno portate avanti. Draghi nelle consultazioni ha già detto che la riforma della giustizia civile (da circa un anno alla commissione giustizia del Senato) ha la priorità. La riforma sulla giustizia penale, invece, è ferma alla Camera insieme alla riforma della prescrizione. Tutto al momento è bloccato. E la Cartabia sarà sì una costituzionalista di alto livello, ma in chiave accademica: è assai lontana, infatti, dalle dinamiche delle aule di tribunale.
Napolitano, Mattarella e Cl
La Cartabia è nata il 14 maggio del 1963 a San Giorgio su Legnano, in Lombarida. Prima ordinaria di diritto Costituzionale alla Bicocca e poi alla Bocconi, annovera tra i suoi maestri Joseph Weiler, direttore dello Straus Institute for Advanced Study in Law and Justice della New York University. Weiler, rivela Il Fatto Quotidiano, è un vecchio amico di Giorgio Napolitano: nel 2014 gli conferirà la cittadinanza italiana. Lo stesso Napolitano già tre anni prima aveva nominato Cartabia alla Consulta. In questo modo la nuova guardasigilli era divenuta a 48 anni la componente più giovane di sempre. Appena un anno prima, Napolitano aveva fatto un acclamato intervento al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. Al movimento cattolico la Cartabia è fortemente legata.
Le opinioni su eutanasia e matrimonio gay
Sia la Cartabia che il marito, Giovanni Maria Grava, sono ritenuti molto vicini a Comunione e Liberazione. Per dieci anni è intervenuta al Meeting di Rimini, dove l’estate scorsa è stato accolto anche Mario Draghi. Nel 2016 partecipò alla kermesse ciellina anche l’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Prima di essere nominata alla Consulta la Cartabia era una delle firme di punta de ilsussidiario.net, organo della Fondazione per la Sussidiarietà, in pratica “organo stampa” di Comunione e Liberazione. Alcuni suoi interventi critici sul suicidio assistitio e sul matrimonio omossesuale sono ancora facilmente reperibili sul sito. “Matrimonio a ogni costo, la pretesa dei falsi diritti“, era questo il titolo di un pezzo che la Cartabia vergò commentando una legge che, nello Stato di New York, consentiva il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Ci chiediamo cosa ne penseranno i ferventi sostenitori del ddl Zan – molti dei quali si trovano ora nello schieramento di chi esulta per la formazione del nuovo governo, avendo “scampato” il pericolo di andare alle elezioni e di doversi quindi confrontare con l’ala sovranista.
Tommaso Cerno, senatore del Pd, non ha mancato di esternare a tal proposito le sue perplessità: “La scelta di Cartabia alla giustizia ci lascia perplessi come cittadini e come omosessuali viste le posizioni sostanzialmente reazionarie della guardasigilli va detto che tanto tuono che non piove”.
Ilaria Paoletti
2 comments
personalmente ritengo che la giustizia italiana ha un assoluto bisogno di una sterzata verso la certezza della pena,verso la sua severità
e verso il carcere PUNITIVO.
quindi non vedo la cartabia come una buona scelta,essendo donna (quindi tenera e materna,più che feroce con il crimine) CL (ancora peggio,perchè i cattolici perdonano sempre)
e costituzionalista (cioè triplo danno,perchè sarà un’altra garantista)
di fatto,NON è il tipo di persona che vorrei,a guidare la giustizia:
in questo paese serve un SAVONAROLA incrociato con DUTERTE…
qualcuno che renda di nuovo la giustizia quello che dovrebbe essere:
un BALUARDO che difende la brava gente dalla criminalità,
senza troppi riguardi nè gentilezza,nei confronti delle cosidette “erbe cattive”:
VANNO SRADICATE E BRUCIATE SINO ALLA RADICE.
Il carcere così come è concepito oggi è assolutamente superato. Entrano perlopiù degli sfigati, dei senza terra, dei matti e delle persone dal libero arbitrio assolutamente inesistente. Diversamente da chi ha creato o comunque non osteggiato opportunamente le condizioni e le cause per la crescita di una criminalità tossica. Tra questi responsabili c’é anche certo potere giudicante in nome del popolo (!) italiano, alias “brava gente” per jenab.
Diversamente dal carcere, bisogna preporre a campi di rieducazione e di lavoro, nuovi istituti “neuro” (ex manicomi), per capire e per soluzionare una stato crescente di degenerazione che altrimenti rimarrebbe gravemente sommerso a danno della vera prevenzione nella società. Non bastano certo le pillole lava coscienze e leva soldi dei big pharma.
Questa è una società nella quale volutamente non si da alcuna esortazione e direttiva di tipo etico e i risultati si vedono! Relativismo imperante.
Circa Comunione e Liberazione, è l’ unica organizzazione uscita indenne da anni di guerra civile (ed incivile), che ben si adatta e plasma la realtà che ci circonda, con i risultati ben noti a tutti. A cominciare dallo sfascio della Sanità Spirituale…, sino alla Sanità Fisica.