Roma, 28 gen – In attesa che al Colle salgano Pd e Italia Viva, in questa seconda giornata di consultazioni registriamo il no al Conte ter di +Europa della Bonino, che chiede una “maggioranza Ursula”. Mattarella sta incontrando i gruppi parlamentari e ha iniziato dai piccoli. Dopo lo scontato sì al Conte ter del neo gruppo Europeisti (messo su proprio per Conte), di LeU (che sta al governo con il ministro Speranza) e delle Autonomie, arriva il no di +Europa e Azione di Carlo Calenda (anche loro nel gruppo Misto).
+Europa della Bonino e Azione di Calenda dicono no al Conte ter
Le componenti di Azione e +Europa non sono disponibili ad alcun tipo di continuità, ossia ad un terzo governo guidato da Giuseppe Conte. Auspicano invece un nuovo esecutivo di orientamento (neanche a dirlo) europeista, che lavori in particolare sul piano vaccinale, la definizione dell’utilizzo dei fondi del Recovery plan e su una revisione del sistema elettorale. È questo, come ha riferito Emma Bonino, che il gruppo ha detto al capo dello Stato. La stessa Bonino aveva anticipato la sua posizione in un’intervista al Corriere della Sera in cui aveva fatto presente che Conte “non è inamovibile”. La formula politica che Azione e +Europa ritengono ideale per un nuovo esecutivo è quella della cosiddetta “maggioranza Ursula”, ossia uno schieramento allargato ai centristi come quello che ha permesso l’elezione di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue. I centristi, per la cronaca, attualmente restano compatti nel centrodestra.
Renzi: “Basta improbabili soluzioni personali, affidiamoci al capo dello Stato”
Intanto Matteo Renzi scalda i motori, come si suol dire. E lo fa con la sua Enews, a poche ore dall’incontro con Mattarella. “Dopo settimane in cui si sono tentate improbabili soluzioni personali è finalmente venuto il tempo di seguire la Costituzione, di affidarsi al capo dello Stato e di parlare con il linguaggio della verità davanti al Paese. La verità, non le veline. La politica, non il populismo”, scrive il leader di Italia Viva. Così tiene con il fiato sospeso il Pd, che auspica che Renzi al Colle apra al Conte ter. Visto che da giorni sta sbandierando che per Iv non v’è alcun veto sui nomi, ma sui programmi. Certo, in tal senso il passaggio sulle “improbabili soluzioni personali” lascia intendere che il leader di Iv manifesterà al capo dello Stato tutta la sua contrarietà all’operazione “responsabili”. La “quarta gamba” improvvisata al Senato (e a tutt’oggi già azzoppata) con cui Conte vorrebbe fare a meno dei renziani. Sempre se otterrà il reincarico.
Adolfo Spezzaferro
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