Roma, 22 mar – Possibile svolta sul fronte dei negoziati tra Russia e Ucraina, finora in stallo: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto “pronto a discutere di Crimea e Donbass” con il presidente russo Vladimir Putin. A patto che accetti di negoziare direttamente con lui. Zelensky, come conferma l’agenzia russa Tass, si è dichiarato disponibile a “cercare di affrontare tutto ciò che turba e dispiace alla Russia“. In Italia attesa per il discorso del presidente ucraino questa mattina alle 11 in collegamento con Montecitorio.
Zelensky: “Pronto a discutere di Donbass e Crimea con Putin”
“La questione della Crimea e del Donbass è una storia molto difficile per tutti”, ha detto il presidente ucraino. Pertanto servono “garanzie di sicurezza” e la fine delle ostilità. E “una volta tolto questo blocco, parliamone”. “Dobbiamo fare di tutto perché Donbass e Crimea tornino da noi. Questione di tempo? Sì. Ma fermare la guerra ora, questo è il problema“, sottolinea Zelensky.
“Sarà il popolo ucraino a decidere con un referendum”
La proposta del presidente ucraino potrebbe non essere accolta dalla Russia. Zelensky infatti ribadisce che dovrebbe essere il suo popolo a decidere, tramite referendum, su “alcune forme di compromesso” con la Russia. Parlando con l’emittente di Kiev Suspilne News, il leader ucraino spiega che “si tratta di un processo lungo che sarà deciso dal Parlamento e dal popolo ucraino. Ho spiegato ai nostri negoziatori ai colloqui che quando si parla di cambiamenti, e questi potrebbero essere di importanza storica, non c’è altro modo che tenere un referendum”.
“Senza un vertice con Putin non fermeremo la guerra”
Il presidente ucraino chiarisce di non volere che “la storia ci renda eroi e una nazione che non esiste”. Ma la condizione posta per un accordo è l’incontro con Putin, “con qualsiasi formato”. Zelensky precisa che “senza questa riunione risulta impossibile capire veramente cos’è che i russi sono disposti a fare per fermare la guerra”. In dichiarazioni ad un’emittente regionale ucraina, il presidente ribadisce infine che “senza trattativa non fermeremo la guerra” e che il suo Paese “non può accettare nessun ultimatum da parte della Russia”.
Proseguono i bombardamenti sulle città ucraine
Prosegue intanto l’offensiva russa. Sirene antiaree sono state attivate negli oblast di Sumy, Mykolaiv, Ternopil, Poltava, Kirovohrad, Kharkiv, Zaporizhzhia, Lviv, Ivano-Frankivsk, Zakarpattya, Chernivtsi, Dnipropetrovsk, Rivne, Volyn, Cherkasy, Khmelnytsky, Odesa e nelle città di Kiev, Sloviansk e Kramatorsk. Lo riferisce il Kiyv Indipendent. Dal canto suo, lo Stato maggiore delle forze armate ucraine ha riferito che “la bandiera ucraina è stata issata sulla città di Makariv” e le forze russe sono state respinte. Lo riporta sempre il Kyiv Independent. Makariv è un insediamento urbano nell’oblast di Kiev, a 60 chilometri a ovest dalla capitale ucraina.
Secondo l’ultimo rapporto operativo dell’esercito ucraino appena pubblicato, le forze russe mantengono il corridoio terrestre con la Crimea e stanno bloccando l’accesso al Mar d’Azov. Anche la città di Sumy è parzialmente bloccata, mentre continuano i bombardamenti di artiglieria sulla città di Kharkiv.
Adolfo Spezzaferro
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Indovinate chi era il ministro della difesa quando D’Alema ordinò il bombardamento di Belgrado autorizzando anche l’uso di ordigni con proiettili all’uranio impoverito?
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