Ginevra, 18 mag – Secondo Xi Jinping, intervenuto alla settantatreesima Assemblea dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) la Cina si sarebbe comportata in maniera impeccabile relativamente alla gestione del coronavirus. Le dichiarazioni di Xi Jinping suonano un po’ come una difesa, visto che oltre 100 Nazioni chiedono un’indagine accurata sull’emergenza Covid-19.
Xi Jinping: “Indagini quando virus sarà sotto controllo”
Secondo il leader cinese ci sarà bisogno di un'”indagine complessiva” sul coronavirus ma ciò potrà avvenire solo quando il virus “sarà posto sotto controllo”. “Questo lavoro dovrà essere basato sulla scienza, dovrà essere guidato dall’Organizzazione mondiale della sanità e condotto in modo oggettivo e imparziale” dice Xi Jinping, e parallelamente annuncia “due miliardi di dollari in aiuti internazionali” per i prossimi due anni da stanziare per lo sviluppo economico e sociale dei Paesi colpiti (in particolar maniera per i Paesi in via di sviluppo).
L’azione dell’Australia
Prima dell’intervento di Xi Jinping abbiamo avuto notizia di una risoluzione, redatta dall’Unione Europea, che segue un’azione intrapresa dall’Australia per un’inchiesta sulla gestione iniziale della crisi in Cina. Pechino ha accusato il governo australiano di aver compiuto una mossa “altamente irresponsabile” che potrebbe “interrompere la cooperazione internazionale nella lotta contro la pandemia e andare contro l’aspirazione condivisa della gente”.
La risoluzione proposta dall’Europa
La risoluzione europea verrà presentata alla riunione annuale dei membri dell’Organizzazione mondiale della sanità di oggi e non accusa in particolar modo la Cina o nessun altro Paese, ma chiede una “valutazione imparziale, indipendente e completa” della “risposta sanitaria coordinata internazionale (Oms) al Covid-19 “. La formulazione della risoluzione è debole rispetto alle precedenti richieste dell’Australia di sondare il ruolo e la responsabilità della Cina nell’origine della pandemia. Ciò potrebbe essere stato necessario per convincere la maggioranza degli Stati membri dell’Oms a firmare, in particolare quelli come la Russia, con legami tradizionalmente forti con Pechino. Fonti del governo australiano hanno riferito all’Abc, emittente pubblica del paese, che il linguaggio della risoluzione era sufficientemente forte per “garantire che si svolgesse un’indagine adeguata e approfondita”. Pechino ha precedentemente affermato che sosterrebbe solo un’indagine condotta dall’Oms (organizzazione spesso accusata di essere eccessivamente influenzata dalla Cina).
Liu Xiaoming: “Niente da temere”
L’ambasciatore cinese nel Regno Unito, Liu Xiaoming ha dichiarato: “Siamo aperti, siamo trasparenti, non abbiamo nulla da nascondere, non abbiamo nulla da temere. Accogliamo con favore una recensione internazionale indipendente, ma deve essere organizzata dall’Oms”. La Cina ha costantemente respinto qualsiasi critica, indicando un avvertimento dato all’Oms a fine dicembre su un potenziale nuovo ceppo di polmonite che si stava diffondendo nella città di Wuhan. Mentre l’Oms – e in particolare il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus – ha elogiato la risposta della Cina, un’indagine sulla gestione iniziale dell’organizzazione getterà i riflettori su quali informazioni circolassero effettivamente e quante di queste fossero effettivamente condivise con l’Oms.
Le parole dei funzionari cinesi
Funzionari di spicco, tra cui Xi, hanno ammesso di essere consapevoli che l’infezione si stava diffondendo anche quando il governo di Wuhan stava ancora minimizzando la sua gravità e la polizia stava trattenendo gli informatori. Sabato, in un’intervista con la Cnn, il dottor Zhong Nanshan, consulente medico senior del governo cinese e il volto pubblico della lotta del paese contro Covid-19, ha affermato che le autorità locali “non volevano dire la verità in quel momento”.
Ilaria Paoletti
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