Pyongyang, 5 apr – Ancora un test missilistico per la Corea del Nord, ancora un test per un missile a medio raggio, che, come abbiamo già avuto modo di dire, test non è ma trattasi di vera e propria esercitazione a fuoco. Questa volta il lancio di un singolo missile balistico è terminato dopo un volo di circa 60km nel mar del Giappone. Il lancio è solo l’ultimo di una serie cominciata qualche mese fa che dimostra come Pyongyang stia cercando di mostrare i muscoli nei confronti di Washington e dei suoi alleati nell’area, in particolare Giappone e Corea del Sud, che, per tutta risposta, stanno correndo ai ripari aumentando le spese per la Difesa e partecipando ad una vera e propria corsa agli armamenti.
Il lancio, effettuato dal porto di Sinpo, lungo la costa orientale della Corea del Nord, avviene all’indomani dell’incontro al vertice tra Trump e Xi Jinping che si terrà in Florida. Incontro che, oltre alla ben nota questione del Mar Cinese Meridionale (che potrebbe trasformarsi in un casus belli), verterà sicuramente anche sulla situazione coreana: Pyongyang è da sempre alleata, sebbene spesso scomoda, di Pechino. Il Presidente Trump però lascia intendere una linea dura sulla questione. Recentemente ha sostenuto che “Se la Cina non risolverà la questione coreana, lo faremo noi”. Il Segretario di Stato Tillerson ha definito il lancio “l’ennesimo di un missile balistico” aggiungendo che “gli Stati Uniti si sono espressi abbastanza sulla Corea del Nord, non abbiamo altri commenti da fare”. Preoccupazione da parte del Giappone che definisce il test “una provocazione” mentre Seoul condanna l’azione come una “minaccia alla sicurezza e pace della comunità internazionale oltre che della penisola coreana”.
Secondo l’US Pacific Command il missile sarebbe del tipo Pukguksong-2 o Kn-15, un MRBM a propellente solido che viene ritenuto avere possibilità di portare armamento nucleare con una gittata massima, stimata, di circa 1200 km. Derivato dal SLBM Pukkuksong-1, il missile sfrutta la capacità di lancio a freddo da un contenitore mobile, e per questo risulta molto più difficile da individuare rispetto ai precedenti missili a combustibile liquido (vengono ridotti notevolmente i tempi di dispiegamento e lancio).
Paolo Mauri