Berlino, 18 set – Ce la stanno mettendo tutta per integrare i nuovi arrivati. Dal varo della “politica dell’accoglienza” a oggi, sono affluiti in Germania più di un milione di profughi, veri o presunti. Un numero enorme, difficile da gestire. E il governo tedesco, per far fronte all’emergenza (voluta), ha stanziato cifre da capogiro, di cui 600 milioni di euro solo per i corsi di lingua. Non è infatti un mistero che l’apprendimento della lingua sia una condizione imprescindibile per l’integrazione, anche e soprattutto a livello lavorativo.
A due anni di distanza, però, i numeri sono impietosi. L’Ufficio federale per migranti e rifugiati (Bamf) ha fornito statistiche assolutamente insoddisfacenti a fronte dell’esborso di tanti quattrini. Per l’anno 2016, solo 340 mila persone hanno preso parte ai corsi di lingua – il che è già una fetta minoritaria dei nuovi arrivati. Inoltre, ben pochi di essi sono riusciti a raggiungere il livello minimo di conoscenza del tedesco, cioè il B1. La maggior parte, infatti, riesce a malapena a raggiungere il livello A2, cioè quello elementare. Questo vuol dire che gli immigrati non posseggono le competenze linguistiche necessarie per ottenere un lavoro o per seguire con profitto corsi di formazione professionale.
I dati forniti dal Bamf inoltre – per ammissione dello stesso istituto – non sono ancora accurati, ma tutt’al più indicativi. Anzi, potrebbero essere addirittura troppo “benevoli”. Una cosa, però, è più che probabile: c’è un’altissima quota di abbandono dei corsi prima della conclusione del percorso formativo. Ciò vuol dire che la stragrande maggioranza dei richiedenti asilo non è poi così interessata all’integrazione. Il Bamf si è ripromesso di stilare statistiche più precise al riguardo. Eppure, al di là dei buoni propositi, una cosa è certa: l’integrazione merkeliana prende sempre più i contorni di un grande fallimento.
Gabriele Costa
2 comments
[…] Author: Il Primato Nazionale […]
[…] Questa visione distorta della realtà si riflette anche sul tema dell’immigrazione. Quando la Merkel aprì nel 2015 indiscriminatamente le frontiere ai richiedenti asilo, quasi tutti si bevvero la propaganda della cancelliera: “Guarda la Merkel, si prende solo i siriani istruiti, così si fa una giusta integrazione”. La famigerata notte di Capodanno a Colonia e la mattanza al mercato natalizio di Berlino, però, squarciarono il velo di Maya e mostrarono a tutti la cruda realtà. Così si è non solo scoperto che l’immigrazione, oltre a un presunto “arricchimento”, porta anche degrado, criminalità e terrorismo, ma si è fatta luce anche su un altro dettaglio di non piccolo conto: i “siriani istruiti” non rappresentano che una minoranza infima di quel milione e mezzo di presunti profughi che hanno invaso la Germania negli ultimi tre anni. Inoltre, la maggior parte di loro non solo è poco e male istruita, ma anche tutt’altro che propensa a integrarsi. […]